C’è un motivo prevalente per cui l’Italia è in grave ritardo con gli “obiettivi di Lisbona” (il programma di riforme economiche, basato sulla centralità delle sfide educative, varato nel 2000 dai capi di Stato e di Governo dei Paesi UE) così come segnalato dalle indagini internazionali OCSE e PISA: l’eccessiva separatezza del mondo della scuola da quello del lavoro, specie quando, come oggi, la scuola non è più l’unica agenzia formativa di riferimento. Per ridurre questo divario, offrendo anche percorsi formativi sempre più personalizzati, Regione Toscana ha deciso di puntare (ed è la prima volta che ciò accade nei suoi uffici) sui meccanismi, già molto collaudati, della alternanza scuola-lavoro: su una metodologia didattica, cioè, che offre agli studenti la possibilità di “fare scuola” in situazione lavorativa attraverso un “apprendere facendo” basato su una equilibrata alternanza fra periodi di studio e periodi di pratica. Si parte con un protocollo che è stato sottoscritto,a Firenze in Palazzo Strozzi Sacrati, dai rappresentanti di quattro istituzioni coinvolte nell’intesa: l‘Ufficio Scolastico Regionale (con il direttore Angela Palamone), l’Unione tra le Province (con l’assessore fiorentino Giovanni Di Fede), Unioncamere Toscana (con Carlo Longo, presidente Camera di Commercio pratese con delega regionale a imprenditoria e formazione).
Per la Regione Toscana l’intesa è stata firmata da Stella Targetti, vicepresidente con delega all’Istruzione, che manifesta l’auspicio di un allargamento anche alle rappresentanze delle libere professioni. Obiettivo condiviso: consentire agli studenti over 15, delle scuole superiori toscane che aderiranno, la possibilità di “sviluppare conoscenze, abilità e competenze spendibili nel mercato del lavoro”. I quattro soggetti firmatari si impegnano a coordinarsi in modo da realizzare, sfruttando gli spazi di flessibilità previsti dall’autonomia didattica, percorsi scuola/lavoro utilizzabili da numeri sempre maggiori di scuole toscane.
Percorsi che terranno conto dell’età degli studenti: con carattere prevalente di orientamento per i quindicenni e con competenze più specifiche (e subito spendibili nel mercato del lavoro) per i più grandi. Per entrare materialmente in azienda gli studenti dovranno comunque aver compiuto i 16 anni. Due le forme di alternanza possibili: quella fra periodi formativi in aula e periodi di apprendimento in aziende; quella ( chiamata “Impresa di studenti“) che simula attività di impresa basandosi su una buona pratica già sviluppata in oltre 30 Paesi per sviluppare, negli studenti, capacità manageriali e imprenditoriali. Il percorso minimo per ogni studente coinvolto nella prima forma di alternanza ipotizza, nel triennio, almeno 198 ore e sono previsti tutor (interni ed esterni). Per quando riguarda la seconda forma (“Imprese di studenti”) si ipotizzano percorsi di educazione economica, rivolti a studenti delle classi Quarte, per prepararli al mondo del lavoro sviluppando senso di responsabilità, spirito di iniziativa, creatività.
Con il supporto di docenti, e anche qui di tutor, i ragazzi saranno chiamati ad avviare in concreto loro imprese: dovranno redigere lo statuto, raccogliere il capitale sociale, definire il businnes plan, produrre un prodotto/servizio e venderlo. Attraverso e-mail, social network, skype, web-conference saranno in contatto con coetanei di altri Paesi aumentando così le competenze sia linguistiche che informatiche. Regione Toscana finanzierà i progetti attraverso il FSE; Unioncamere e USR metteranno altre risorse, in una logica che prevede di integrare e ottimizzare i finanziamenti disponibili.
Specifici “avvisi pubblici di chiamata a progetti” saranno emanati dalle Province che metteranno a disposizione i fondi trasferiti dalla Regione (per adesso un milione e 700 mila euro nel prossimo triennio). Il sistema camerale toscano promuoverà i coinvolgimenti locali con imprese e sindacati mentre l’USR contribuirà a favorire l’incontro tra scuole e imprese. “Soddisfazione per la concreta partenza di un progetto su cui stiamo lavorando insieme da diverso tempo” è espressa da Stella Targetti secondo cui “un valore aggiunto è anche riscontrabile nel continuo legame fra scuola e territorio creato da un progetto che vedrà assai concrete sinergie tra scuola, enti pubblici e privati, aziende, associazioni”.
L’assessore toscana sottolinea l’importanza dell’orientamento e del “mettere alla prova i giovani per dare loro maggiori possibilità di comprendere ciò che si fa a scuola e quelle che sono le rispettive vocazioni”. Per Carlo Longo “l’alternanza offre una opportunità unica per i giovani diplomandi perché propedeutica all’effettivo superamento del gap, purtroppo ancora oggi esistente, fra istruzione e lavoro”. Longo sottolinea inoltre come “le competenze acquisite in situazione lavorativa saranno inserite a pieno titolo nel curriculum scolastico di ciascun allievo”.