di Massimiliano Sonetti Vice-sindaco di Pontedera e coordinatore del tavolo Africa della Regione Toscana, Ho vissuto con angoscia le notizie che provenivano da Firenze della cieca violenza razzista che ha colpito due senegalesi venditori ambulanti, incolpevoli. Angoscia perché non riuscivo a credere che nella nostra terra, la civile Toscana, potesse nascondersi un mostro così grande, un razzismo così profondo e folle come quello che ha animato e guidato la mano assassina.Oggi ci svegliamo attoniti di fronte a questa realtà.
Occorre fare i conti con il mostro dell’intolleranza che in questi tristi tempi si alimenta anche delle difficoltà economiche che attraversano la società e con la solitudine esistenziale che incombe su vasti strati della popolazione. Ho la sensazione che il mondo occidentale abbia smarrito la strada, un modello di società sta mostrando le corde. Una società divisa, competitiva all’estremo dove l’altro viene visto solo come competitore e nemico. Da cattolico sono critico da sempre verso i valori che la società consumistica ed edonistica sta riversando sulla nostra comunità.
Occorre ripartire da altri valori, quelli delle relazioni umane, del coinvolgimento, della condivisione, della fraternità, della giustizia sociale. Anche in questo caso, faccio mie le parole contro il razzismo, di Papa Benedetto XVI che descrivono perfettamente il quadro che ci circonda: “…si registrano in diversi Paesi nuove manifestazioni preoccupanti, legate spesso a problemi sociali ed economici, che tuttavia mai possono giustificare il disprezzo e la discriminazione razziale. Preghiamo perché dovunque cresca il rispetto per ogni persona, insieme alla responsabile consapevolezza che solo nella reciproca accoglienza di tutti è possibile costruire un mondo segnato da autentica giustizia e pace vera”.
A Pontedera abbiamo di fatto seguito questa strada: il rispetto e l’accoglienza di ogni essere umano. E questo è accaduto in particolare con la comunità senegalese che per prima ha popolato la nostra città.Sono orgoglioso del lavoro fatto in questi anni. La nostra città ha investito con forza nelle relazioni con il Senegal, costruendo persino una fattoria a Khombole e avviando numerosi progetti e relazioni. La comunità senegalese di Pontedera è una delle più numerose della Toscana e tra le meglio integrate.
Per questo abbiamo sentito ancora di più come una offesa anche alla nostra città, ciò che è accaduto a Firenze. Proseguiremo su questa strada: sulla strada della condivisione, della solidarietà e del rispetto. Gli episodi come quello avvenuto a Firenze non devono più accadere. Dobbiamo lavorare insieme per isolare il razzismo e l’intolleranza. Mi auguro che tutti ci riflettano, anche nei momenti di gioia nei prossimi giorni, quando festeggeremo il Santo Natale, consapevoli che questo è il suo messaggio più profondo.