Se gli effetti della crisi economica globale non sembrano ancora prossimi ad esaurirsi, la Regione chiama a raccolta tutte le sue risorse per proseguire in un’efficace azione di contrasto, senza trascurare una visione di prospettiva, capace di gettare concretamente le basi per una nuova fase di sviluppo. E’ con questo spirito che si fa il punto sui risultati del POR CRO FSE 2007-2013, il programma europeo grazie al quale la Toscana, con una dote complessiva di 664 milioni di euro, si prefigge di favorire l’occupazione, la qualità del lavoro e la coesione sociale attraverso gli investimenti sul capitale umano. “In questi anni di crisi – avverte l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – l’Fse è stato lo strumento principale che ha permesso la tenuta sociale, con gli interventi sulla cassa integrazione e per il riorientamento dei lavoratori e delle lavoratrici espulse dal mercato del lavoro.
E’ un ruolo che dovrà continuare a svolgere, in una fase nella quale viene preannunciata la recessione per il nostro paese”. “Il Fondo sociale europeo – spiega l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – in un contesto socio-economico molto critico quale quello attuale, nel quale scarseggiano le risorse pubbliche, assume un ruolo fondamentale anche per gettare le basi per l’avvio di iniziative di sviluppo. I risultati sui quali oggi riflettiamo non sono solo numeri.
Dietro i risultati ci sono persone, giovani, donne, disoccupati, imprenditori che hanno scommesso su se stessi, sulle proprie capacità, sulle idee e sul talento e, grazie al sostegno dei fondi, hanno realizzato un investimento che ha permesso loro di crescere e di far crescere la Toscana”. L’evento, organizzato a Livorno nell’auditorium della Camera di commercio, oltre a fornire informazioni sullo stato di avanzamento e sulle prospettive del programma, è stato un momento di confronto e riflessione con i soggetti istituzionali ed economici interessati alla progettazione e alla realizzazione degli interventi . I numeri Ad oggi dei 664 milioni che costituiscono la dote complessiva, 352 sono impegnati (circa il 53% della programmazione totale, di cui 204 milioni effettivamente spesi.
I destinatari, cioè le persone che in vario modo hanno usufruito di queste risorse, sono 75.269, mentre gli interventi finanziati sono 65.543 (4.843 progetti e 22.060 interventi individuali). Gli interventi Fra gli interventi più significativi finanziati con il FSE, ricordiamo gli interventi, per circa 100 milioni, per la cassa integrazione in deroga e le politiche attive ad essa collegate: ad oggi oltre 43 mila lavoratori ne hanno usufruito, mentre altri 40 mila hanno usufruito di 219 mila iniziative di politica attiva. Fra le novità più recenti, grazie a 11 milioni stanziati per il 2011, i tirocini formativi nell’ambito del progetto Giovanisì, con l’obiettivo di correggere l’uso distorto e riportare lo strumento alle sue finalità formative: serviranno per le borse di studio e a incentivare l’assunzione dei tirocinanti da parte delle aziende. Ci sono poi gli sportelli per i lavoratori atipici (5,4 milioni), i progetti transnazionali per la mobilità internazionale di studenti, lavoratori, insegnanti, apprendisti, giovani laureati, imprenditori) che con 14 milioni di contributo hanno fatto muovere oltre 5000 persone.
E ancora, i corsi di istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts), che hanno consentito la creazione di percorsi mirati di formazione tecnica superiore attraverso il finanziamento di 43 corsi. Sono stati inoltre finanziati, con circa 5 milioni, progetti formativi per i settori economici: energia, antichi mestieri, spettacolo, manifatturiero, nautica da diporto (18 progetti, 1800 persone coinvolte, creazione di posti di lavoro per circa 200 persone). Altri interventi hanno riguardato l’alta formazione (11 milioni hanno finanziato, ad esempio, giovani ricercatori con 87 borse di ricerca per progetti in partenariato pubblico-privati.
Ancora si possono citare la formazione a distanza (5 milioni per il portale della formazione Trio), il finanziamento (8 milioni) della carta Ila (individual learning account), i voucher di conciliazione (4,2 milioni per 2780 voucher per favorire il lavoro delle donne), l’educazione degli adulti (4,4 milioni). Fra le misure in cantiere a partire dal 2012, quella che, grazoie a 5,7 milioni consentirà di mettere in campo incentivi ad hoc per le donne over 35 e per persone diversamente abili, sia per favorire assunzioni a tempo determinato che indeterminato. Uno sguardo al futuro Pur consapevoli delle molteplici sfide che ancora dobbiamo affrontare per un vero rilancio della nostra economia, pensiamo già al futuro.
E’ in questi mesi infatti, che si sta discutendo a livello europeo sulla nuova programmazione dei fondi. “La Toscana – ha ricordato l’assessore – consapevole che questi strumenti sono e restano leve fondamentali per lo sviluppo del paese e della nostra regione, anche come titolare del coordinamento del IX Commissione della Conferenza delle Regioni, è impegnata in prima linea per rivendicare un ruolo nelle scelte determinanti della programmazione 2014-2020”. Fse, la posizione delle Regioni per il futuro dei programmi 2014-20 Risorse certe e adeguate, possibilità di modulare gli interventi, semplificazione nella gestione, ruolo centrale delle Regioni e degli enti locali nella definizione dei programmi operativi: questi, in sintesi, i punti chiave della posizione espressa dalle Regioni riunite nella IX Commissione della Conferenza delle Regioni a proposito del negoziato per le politiche di coesione, regolamento e Fondo sociale europeo. “Pur prendendo atto che le proposte avanzate dalla commissione europea costituiscono una buona base per l’avvio del negoziato – spiega l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini che ha presieduto l’incontro – abbiamo ritenuto di dover evidenziare alcuni temi, di primaria importanza perchè le risorse del Fondo Sociale Europeo continuano ad essere cruciali per fronteggiare l’attuale fase di crisi, far crescere l’occupazione e rilanciare lo sviluppo”. I punti chiave sui quali le Regioni si sono pronunciate sono sei. Il primo richiama ad un ruolo forte e deciso del governo nel rivendicare risorse adeguate agli obiettivi di valorizzazione del capitale umano e di crescita dello sviluppo da realizzare attraverso il Fondo Europeo di sviluppo regionale e il Fondo sociale europeo.
“Le regioni – si precisa nel documento – non sono disponibili a sottoscrivere le posizioni tendenti alla riduzione del bilancio euroepo”. In particolare per quanto riguarda il Fse, si richiede che la dotazione organica sia basata sulle esigenze degli stati e delle regioni. Al terzo punto una raccomandazione al governo nazionale, cui si chiede un impegno a cofinanziare adeguatamente i programmi.Le Regioni asseecondano la necessità di rigore finanziario voluto dalla CE, ma non accettano l’ipotesi di blocco dei fondi in caso di infrazione del Patto di stabilità che provocherebbe l’esclusione di regioni e territori dai benefici dei fondi strutturali. Bene, proseguono le Regioni, l’individuazione di pochi obiettivi tematici, ritenuti strategici ma con un’adeguata fklessibilità delle linee d’intervento.
Attenzione però, avvertono, a non essere troppo rigidi nella definizione dei meccanismi finanziari impedendone la rimodulazione secondo le esigenze e le emergenze che via via possono insorgere a livello locale. Le regioni rivendicano inoltre un ruolo essenziale nel la definizione dei programmi e nel contratto di partenariato, riaffermando la necessità che la politica di coesione debba essere programmata ed attuata al più appropriato livello territoriale. Si chiede infine di puntare di più agli obiettivi, piuttosto che sulle procedure burocratiche, con uno sforzo per semplificare la gestione degli interventi cofinanziati grazie ai fondi, migliorandone l’efficacia e riducendo gli oneri a carico dei beneficiari.