“Davanti a una mostra con questo titolo e con questa forza evocativa, trovo impossibile non pensare a tanti figli dell’Italia di oggi: quelli nati sul nostro territorio da uomini e donne venuti da lontano , quelli per i quali è oggi urgente riformare le norme di cittadinanza ritenendoli, come in effetti sono, italiani a tutti gli effetti”. Così Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana, davanti a “Figli d’Italia” la mostra che illustra "Gli Innocenti e la nascita di un progetto nazionale per l’infanzia" (1861-1911) la storia dell’accoglienza dei bambini abbandonati nel primo cinquantennio dello Stato nazionale. Inaugurata nel pomeriggio di oggi al Museo degli Innocenti di Firenze come tappa significativa verso il nuovo Museo, “Figli d’Italia” resterà visitabile fino al 18 marzo 2012. “In una comunità nazionale impaurita e impoverita anche nella forza propulsiva delle giovanissime e giovani generazioni – prosegue Stella Targetti utilizzando l’evento fiorentino per entrare nel merito di una sollecitazione al Parlamento dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché si riconosca la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia – questi nuovi cittadini rappresentano una risorsa.
E non solo in termini economici. Mi auguro che la mostra agli Innocenti, intrigante frutto di Italia 150, sia visitata da tante persone e che questo, in un periodo così difficile, possa tradursi in un supplemento di consapevolezza e di speranza. Con la loro capacità rivoluzionaria, i bambini – tutti i bambini – sono capaci di dirci e darci molto. Basterebbe che noi, cosiddetti adulti, avessimo l’umiltà di ascoltare”. Promossa da Regione Toscana nell’ambito del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia, con il contributo di Fondazione MPS, l’esposizione è realizzata dall’Istituto degli Innocenti di Firenze con altre strutture che a Milano, Venezia, Napoli e Bologna operano da secoli proprio nell’accoglienza di minori in difficoltà.
Attraverso le biografie di 15 fanciulli vissuti agli Innocenti e negli altri brefotrofi italiani tra il 1861 e il 1911, la mostra – con ricorso a foto d’epoca, oggetti e documenti d’archivio – racconta la vita quotidiana dei bambini dentro queste istituzioni. «I figli degli immigrati nati in Italia sono figli d’Italia? Di sicuro non sono italiani. Targetti ha strumentalizzato in maniera squallida una mostra che con lo “ius soli” ha ben poco a che vedere». È quanto sostiene il capogruppo della Lega Nord Toscana, Antonio Gambetta Vianna, rispondendo alla vicepresidentessa della Regione Toscana, Stella Targetti, che è intervenuta per difendere lo “ius soli” durante la mostra “Figli d’Italia” che illustra la storia dell’accoglienza dei bambini abbandonati nei primi cinquanta anni del Regno d’Italia. «Concedere la cittadinanza per “ius soli” – continua il capogruppo del Carroccio in Regione Toscana –, oltre che essere una follia dal punto di vista identitario, lo è anche da quello economico.
Come si può dire che rappresenta una risorsa se tutte faranno a gara per venire a partorire in Italia sfruttando le nostre strutture e, sicuramente, aiuti di natura finanziaria dalla politica compiacente?». Per Gambetta Vianna, «la sinistra vuole uccidere la libertà di scelta. Si vuole imporre ai figli degli immigrati la cittadinanza italiana quando è giusto, invece, che al momento opportuno scelgano la propria o le proprie bandiere. Io, a 18 anni, ho scelto di avere due passaporti: quello italiano e quello brasiliano.
Ci sono Stati che non ammettono la doppia cittadinanza: perché impedire a certi bambini di prendere il passaporto dei propri avi?».