La UIL Toscana e Firenze è fortemente preoccupata per le conseguenze che le decisioni del Governo Monti avranno su lavoratori, pensionati e cittadini. Nonostante ancora non ci sia niente di concreto, è però necessario fissare alcuni punti di una possibile manovra del Governo e delle conseguenze sulla Toscana che sono totalmente penalizzanti e quindi assolutamente inaccettabili: - La prima casa non è un bene che produce reddito.
Per questo l’introduzione dell’ICI sulla prima casa, sia attraverso il ripristino delle aliquote, sia con la rivalutazione degli estimi catastali, nonché con la nuova Imu, è inaccettabile. Anche perché si andrà a colpire soprattutto lavoratori e pensionati che, per effetto della riduzione del potere di acquisto dei loro redditi, della CIG, mobilità, ecc, non avranno neanche i soldi per pagare questa tassa aggiuntiva - No a un’ulteriore manovra sul sistema pensionistico, a partire dal passaggio al sistema contributivo e dall’abolizione delle pensioni di anzianità.
Inoltre l’allungamento dei tempi di accesso alla pensione per effetto del rinvio delle finestre di uscita, è un vero e proprio furto. Per la UIL Toscana e Firenze è assolutamente indispensabile la creazione di un sistema pensionistico unico valido per tutte le categorie, a cominicare da parlamentari ai magistrati, come elemento di equità ed uguaglianza - La UIL Toscana e Firenze ritiene inderogabile la riforma fiscale che riduca le imposte sul lavoro favorendo soprattutto lavoratori e pensionati.
No agli aumenti dell’IVA, in particolare all’aumento di un punto dell’aliquota del 10%, perché, oltre a generare una crescita generalizzata dei prezzi, frenano la domanda interna - Inaccettabile la volontà, espressa dal nuovo Governo e della gran parte dei parlamentari che lo sostengono, di intervenire sulle materie che riguardano diritti, tutele e regole sul lavoro - Governo e Regioni mettano in piedi da subito un tavolo per affrontare la crisi del sistema produttivo e salvare l’occupazione.
Serve al più presto una legislazione con risorse mirate al salvataggio dei posti di lavoro, la difesa delle industrie e la creazione di nuovi investimenti capaci di assicurare sviluppo ed occupazione. In Toscana, ad esempio, vi sono situazioni a rischio, come a Massa Carrara e Livorno, ma anche nelle grandi aziende, come alla Lucchini di Piombino ed alla Breda di Pistoia - La UIL Toscana e Firenze ribadisce con forza sulla necessità di un taglio deciso ai costi della politica che riguardino tutto il sistema istituzionale, centrale e periferico, tagliando e sopprimendo non solo Enti, ma anche tutto quel sistema di aziende, agenzie ecc.
che è servito solo per distribuire prebende e poltrone. Con un intervento non lesivo del sostegno al funzionamento della democrazia e della partecipazione politica è possibile realizzare un risparmio di almeno 10 miliardi di euro - La UIL Toscana e Firenze esprime tutta la sua contrarietà all’aumento delle spese di compartecipazione ed al taglio dei servizi. In questo ultimo periodo in Toscana tutte le istituzioni periferiche hanno assunto una linea caratterizzata dal taglio dei servizi e dall’aumento dei contributi di compartecipazione alle spese, caricando sui cittadini il costo dei servizi, i quali non capiscono dove vanno i loro soldi pagati alla fiscalità regionale e locale.
In questi anni invece le spese improprie del sistema politico-istituzionale hanno continuato a crescere e sembra che per costoro la crisi non esista. Intanto, stamani a Firenze, in via Roma, i dipendenti della Croce Rossa Italiana delle sedi toscane hanno organizzato un presidio di informazione e sensibilizzazione rivolto alla cittadinanza, per portarla a conoscenza del cosiddetto processo di riorganizzazione della Croce Rossa, che porterà i Comitati provinciali e locali ad uscire dalla struttura nazionale ed assumere veste di soggetti privati.
Questo processo prende il via dal “collegato al lavoro”(2010), con il quale il Governo è stato delegato a ridefinire la struttura dell'Ente ; l'11 novembre 2011, nel corso dell'ultimo Consiglio dei Ministri del Governo Berlusconi, è stato varato uno schema di decreto legislativo che ha concretizzato tale ristrutturazione, essenzialmente riconducibile a pochi punti fermi: - espulsione dei Comitati provinciali e locali dal corpo dell'Ente Pubblico CRI e loro trasformazione in enti di diritto privato - ridefinizione della pianta organica con un taglio almeno del 40% sulle spese del personale (compreso quello dirigente) - trasferimento del solo personale a tempo indeterminato presso i Comitati regionali nel limite della nuova pianta organica : gli esuberi potranno essere ricollocati presso Pubbliche Amministrazioni (che risultano già tutte in sovrannumero, quindi impossibilitate ad riassorbire personale) o potranno essere assunti dai nuovi soggetti privati (gli ex Comitati) con contratto diverso da quello finora applicato - chiusura di tutti i contratti a tempo determinato o atipici entro la fine del 2012, con impossibilità di rinnovare tali rapporti alle medesime condizioni A fronte di tutto ciò rimangono invariati i contributi Ministeriali alla CRI (cioè il suo costo a carico della comunità), contributi di cui beneficeranno d'ora in poi solo le strutture centrali.
Le strutture locali avranno dinanzi due alternative: sopravvivere rincorrendo gli appalti di servizi di Pubbliche Amministrazioni, mirando ad ottenerli con tagli pesanti al costo del lavoro, oppure chiudere e lasciare pezzi del territorio privi di quella forma di presidio socio-sanitario che le strutture della CRI hanno sempre garantito, con il personale dipendente e con quello volontario. Sicrea, scongiurata la mobilità per i dipendenti. E' stato firmato in Provincia l'accordo fra la Sicrea (due sedi a Firenze e Campi Bisenzio) e i sindacati che prevede un anno di cassa integrazione a rotazione per tutti i dipendenti (43), a partire dal prossimo 12 dicembre, e mobilità solo volontaria e con incentivi. Un notevole passo in avanti rispetto alle intenzioni iniziali dell'azienda (messa in mobilità di 29 dipendenti su 43), e un Natale un po' meno amaro per i lavoratori.
La speranza di lavoratori e organizzazioni sindacali è che nel corso del prossimo anno l'azienda proceda con decisione alla realizzazione dei progetti annunciati nel piano industriale presentato ai sindacati e riassorba gradualmente le forze lavoro, mantenendo al proprio interno il grande patrimonio di conoscenze e professionalità, condizione necessaria per il rilancio dell'azienda. Nell'accordo si prevedono riunioni perodiche per monitorare l'andamento del piano industriale e degli investimenti previsti.