Riservare una percentuale significativa delle risorse europee alle produzioni agricole in aree specifiche, come collina e montagna; considerare tra i parametri per la ripartizione non solo la superficie agricola, ma anche l’occupazione, la qualità dei prodotti e la specificità dell’ambiente e del paesaggio; rafforzare le misure in favore dei giovani agricoltori per agevolare un necessario ricambio generazionale nel settore. Sono queste (qualità, ambiente e paesaggio, sostegno ai giovani) le proposte presentate oggi a Bruxelles dal presidente Enrico Rossi alla riunione della Commissione Nat (Risorse naturali) del Comitato delle regioni con la Commissione europea sul tema delle politiche agricole. Una occasione preziosa, questa, per proporre la Toscana come protagonista di una politica riformatrice, che assicuri maggiore equità nella ripartizione degli aiuti e un rafforzamento delle politiche rurali.
Sono in ballo 43,5 miliardi di investimenti dal 2014 al 2020, per la Toscana qualcosa come 160 milioni, che con i correttivi proposti nel corso della riunione anche dal presidente Rossi, potrebbero aumentare oppure mantenersi invariate a fronte di una diminuzione delle risorse destinate a livello nazionale (stimata intorno al 7%). Il Comitato delle regioni dovrà inviare le proposte dalla Commissione entro il prossimo maggio. “E’ molto importante – ha affermato il presidente Rossi nel suo intervento – che una percentuale dell’aiuto sia destinato a certe produzioni in aree specifiche e più difficili per il mantenimento dell’agricoltura, come montagna e collina.
La Commissione ha proposto come criterio di ripartizione tra gli Stati membri la superficie agricola, favorendo così l’agricoltura estensiva. Noi riteniamo invece che sia doveroso considerare altri parametri quali l’occupazione, la qualità dei prodotti e la specificità dell’ambiente e del paesaggio. Chiediamo ad esempio che siano valorizzati al massimo i benefici del greening, soprattutto per alcune produzioni e territori”. Il “greening” (l’ecologizzazione delle produzioni agricole) a cui ha fatto riferimento il presidente Rossi, rappresenta la componente “verde” considerata la vera novità della Politica agricola comune 2014-2020.
Il dibattito a livello europeo si sta sviluppando infatti su una nuova forma di pagamenti diretti, i “pagamenti all’agricoltura verde” o componente “ecologica”, che rientra appunto nel cosiddetto processo di inverdimento, o greening, della Pac. “Porto come esempio gli oliveti e i vigneti – ha proseguito il presidente Rossi – che presentano un alto valore paesaggistico: pensiamo al paesaggio agrario di tante Regioni europee e al mantenimento dei terrazzamenti. Noi riteniamo che queste aree debbano accedere automaticamente con procedure semplificate ai benefici del greening.
Alcune di esse sono infatti soggette anche a vincoli naturali, essendo ad alto interesse ecologico e fondamentali non solo per la bellezza del paesaggio ma anche per l’assetto idro-geologico, così importante a fronte di cambiamenti climatici che portano a conseguenze spesso drammatiche, come esondazioni e frane. Concordo con la indicazione di territorializzare questi aiuti e propongo che siano le stesse Regioni a determinare le modalità di applicazione. Così come credo che la materia dello sviluppo rurale debba restare nelle competenze delle Regioni in quanto si tratta di misure profondamente legate alle realtà economiche e sociali dei territori”. “Infine voglio affrontare una questione per me cruciale: i giovani agricoltori – ha concluso il presidente Rossi – L’età media degli agricoltori in Europa si avvicina ormai ai 60 anni.
Ritengo che occorra rafforzare le misure in favore dei giovani e dei neo agricoltori per assicurare un ricambio generazionale senza il quale in molte Regioni non ci sarebbe futuro per l’agricoltura”.