L’episodio risale alla notte di Halloween, ovvero quella a cavallo tra il 31 ottobre e il 1 novembre scorso, quando un giovane albanese di 20 anni, vistosamente ferito alla schiena, fu trasportato d’urgenza, prima all’ospedale di Santa Maria Nuova, poi al reparto di chirurgia di Careggi. I medici dichiararono la lesione subita (40 giorni di prognosi), compatibile con un tentativo di omicidio.
La Squadra Mobile diretta da Filippo Ferri si mise subito sulle tracce dell’autore di quel gesto feroce ed inequivocabile, cominciando dai video ripresi dalle telecamere esterne del locale. E non lontano dal luogo dell’aggressione, le volanti rinvennero anche l’arma del delitto, ovvero il coltello (25cm di lunghezza – 12 di lama) buttato a terra dal feritore durante la sua fuga. Le successive indagini della Sezione Reati contro la Persona coordinata dal Dr. Alfonso Di Martino e guidata dall’Ispettore Superiore Cosimo Toma, presero spunto dalle dichiarazioni della parte lesa, ascoltata dagli inquirenti in ospedale.
Qualche giorno dopo il fatto, il ragazzo albanese, oramai fuori pericolo di vita, dichiarò di aver riconosciuto senza alcun dubbio il suo accoltellatore: un giovane magrebino, avendolo precedentemente incontrato in diverse occasioni, sia in centro a Firenze che in vari locali della città. Già in estate, i due erano stati protagonisti di un acceso litigio in un locale alle Cascine, al termine del quale l’arrestato aveva già tentato di accoltellare una prima volta la sua vittima.
Pochi giorni prima del ferimento, invece, durante un incontro casuale nei pressi della Stazione Centrale, il nordafricano, completamente ubriaco, aveva minacciato il 20enne. Gli inquirenti hanno setacciato anche il web, prendendo spunto dai contatti tenuti dalla vittima sui social network. Confrontando questi, con le testimonianze (anche oculari), i riconoscimenti fotografici e le minuziose ricostruzioni degli eventi che precedettero e seguirono l’episodio, la polizia ha dato un volto al responsabile del tentato omicidio. Il GIP del Tribunale di Firenze Dr.
Giacomo Rocchi, su richiesta del P.M. titolare dell’inchiesta Dr. Vincenzo Ferrigno, ha disposto nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere, eseguita dagli uomini della Squadra Mobile fiorentina.