Cinque piani e cinque idee per rilanciare lo sviluppo e sostenere l’attività economica, in questo momento di crisi e di tagli “catastrofici” da parte del governo. Sta tutto nella legge finanziaria regionale che sarà discussa da qui alla fine dell’anno nell’aula del Consiglio regionale, assieme alla manovra di bilancio. Dal 2010 al 2012, in tre anni, ha perso più di 500 milioni di capacità di spesa. Tolta la sanità e tolte altre risorse vincolate, è un macigno pesante. “Un evento catastrofico” ricorda e sottolinea Rossi.
Un contributo al risparmio arriverà così anche dalla riorganizzazione della spesa regionale. “Abbiamo avviato un’azione di ‘spending review’ sui costi della macchina, quella cara a Padoa-Schioppa – dice il presidente Rossi – Vogliamo rendere la Regione ancora più efficiente. L’obiettivo è recuperare 50 milioni e una parte arriverà anche nella riduzione dei costi del personale”. La giunta propone il blocco sostanziale del turn-over per tutto il 2012, il 2013 e il 2014, personale sanitario e delle Asl a parte.
Significa che il posto di chi andrà in pensione non sarà rioccupato, almeno per tre anni. La stima è di un centinaio di dipendenti in meno, per la giunta: una sessantina già nel 2012. Il risparmio, sempre solo per l’anno prossimo, sarebbe attorno ai 3 milioni e mezzo. La giunta attualmente conta un po’ meno di 2.300 dipendenti, a cui si aggiungono altri settanta che lavorano nelle segreterie politiche di presidente e giunta. In Consiglio, compresi i gruppi politici, sono all’incirca altri quattrocento. Ma non solo non sarà riassunto chi andrà in pensione.
Sarà permessa la mobilità del personale solo all’interno della Regione e degli enti ed agenzie collegate e non più con i Comuni, ad esempio. Inoltre saranno sforbiciati gli stipendi di direttori e dirigenti. E’ lo stesso Rossi che indica le misure già prese e quelle da discutere con la controparte sindacale. “Ai direttori generali delle Asl sarà ridotto lo stipendio del 10 per cento, così come era già stato fatto ai direttori generali della Regione con il contributo di solidarietà – dice Rossi – In Regione proponiamo il dimezzamento del premio di produttività ai direttori generali, ma anche ai dirigenti e funzionari dirigenti”.
La produttività è quella parte di salario accessorio che si somma allo stipendio base e che varia a seconda dei risultati raggiunti. Un direttore generale, con uno stipendio attorno ai 135 mila euro lordi l’anno, poteva contare fino ad oggi su una produttività massima di poco meno di 30 mila euro. sempre lordi. Per un dirigente il premio varia, a seconda del livello, da 10 a 20 mila euro. La giunta ha proposto di dimezzarli. Il risparmio stimato è di 700 mila euro". “Dobbiamo concludere le grandi opere viarie che da anni attendono di essere realizzate – dice il presidente della Toscana, Enrico Rossi – E dobbiamo farlo velocemente, con la necessità di ricorrere anche al capitale privato: dalle autostrade alla Tirrenica, dalla Due Mari alla Siena-Firenze, dalla Fi-Pi-Li alla bretella da Lastra a Signa a Prato”. “Dobbiamo ridurre oneri ed ostacoli all’attività economica – prosegue – sbloccare i cantieri degli enti locali, per altre opere startegiche, su cui la Regione ha messo 2,6 miliardi di euro.
Grazie alla legge 35 stiamo passando in rassegna più di mille e cinquecento progetti e interverremo laddove riscontreremo forti ritardi”. Compresi gli interventi contro il rischio idrogelogico. Ma nella proposta di finanziaria c’è anche il sostegno alla green-economy e agli interventi di riqualificazione energetica da parte di cittadini ed aziende: sarà istituito, ad esempio, un fondo di garanzia da 3 milioni per prestiti per chi vuole installare nuovi impianti fotovoltaici per produrre energia elettrica o termica.
C’è anche un aiuto da 20 milioni di euro “agli investimenti necessari per il settore idrico”. Altre proposte di legge ‘collegate’ riguarderanno la competitività del sistema toscano, tirocini e stages, agevolazioni fiscali e valorizzazione di cultura e paesaggio. A medio termine c’è invece tutta la partita legata alla messa in campo del patrimonio immobiliare pubblico dismesso Ci sono ospedali, caserme ed altri edifici, spesso nel cuore e nel centro di città, che non sono più utilizzati.
“L’idea – dice Rossi – sarebbe quella di fare una gara ed affidare l’intero patrimonio, magari anche quello di qualche ente locale, se vorrà venirci dietro, ad una società di gestione del risparmio che cerchi i capitali per riqualificare gli immobili, dopo che i Comuni avranno deciso le destinazioni, o magari anche venderli. Ma con la possibilità da parte del pubblico di rientrare, anche non subito, ma dopo alcuni anni”. “La Cassa Depositi e Prestiti sarebbe già interessata – aggiunge – Ci vorrà tutto il 2012 per definire la cornice legislativa e regolamentare e bandire la gare.
Ma è un modo, a nostro giudizio, per far ripartire l’attività edilizia, in grande difficoltà, senza consumare nuovo territorio”. Non c’è comunque solo attenzione allo sviluppo e alla crescita economica nella finanziaria regionale, ma anche al welfare. “Abbiamo stanziato 17 milioni e mezzo ad integrazione del fondo sociale azzerato dal governo – ricorda il presidente della Toscana – Altri 3 milioni e 800 mila euro serviranno a far fronte ad emergenze sociali e 6 per l’emergenza abitativa .
In tutto sono più di 27 milioni aggiuntivi, nonostante i pesanti tagli del governo al bilancio. Ma la crisi economica ha acuito i problemi di numerose famiglie e ci sono situazioni a cui occorre rispondere con immediatezza”. Le risorse per lo più saranno messe a disposizione dei Comuni. Ci sono anche 3 milioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche. “Naturalmente – conclude Rossi – dobbiamo realisticamente misurarci con una situazione in cui la Regione, come gli enti locali, ha a disposizione meno fondi di due o tre anni fa (1700 milioni nel 2012 invece dei 2200 del 2010) e per questo sarà necessaria la compartecipazione dei cittadini all’erogazione di quei servizi: sanitari, sociali e pubblici locali.
Ma lo faremo e chiederemo di farlo, compreso l’accesso alle agevolazioni, facendo ricorso all’Isee, in modo da utilizzare uno stesso strumento per misurare la capacità economica di ogni famiglia e chiedere di più a chi ha di più e di meno a chi ha di meno”.