Nonostante la difficile congiuntura economica la partecipazione femminile al mondo delle imprese è in espansione. Sono quindi essenziali le politiche per favorire la nascita e lo sviluppo di imprese rosa. E la CNA di Toscana, Emilia Romagna, Marche, Umbria ha deciso di effettuare un ricognizione e mettere a confronto i provvedimenti esistenti nelle 4 regioni del centro nord. “Le politiche per l’imprenditoria femminile nelle regioni del centro nord” è infatti il tema del forum organizzato martedì 8 novembre a Firenze, nella Sala degli Affreschi del Consiglio Regionale (via Cavour 4), con orario è 10-13 e il seguente programma: saluto di Cristina Bertini Presidente CNA Impresa Donna Toscana; partecipanti: Palma Costi Consigliere e Vice Presidente Commissione Attività Produttive Regione Emilia Romagna; Sara Giannini Assessore Attività Produttive Regione Marche; Gianfranco Simoncini Assessore Attività Produttive Regione Toscana; Daniela Toccacelo Responsabile Servizio Politiche di Sostegno alle Imprese Regione Umbria; coordina Isabella D’Antono Direttore Italia 7; conclusioni a cura di Paola Sansoni Presidente Nazionale CNA Impresa Donna. “Di fronte alle difficoltà del mercato del lavoro – dichiara Cristina Bertini - le donne reagiscono con il lavoro autonomo e la voglia di fare impresa; l’imprenditoria femminile rappresenta una realtà sempre più importante e dinamica che può diventare una leva strategica contro la crisi economica”. un po’ di numeri sull’impresa rosa Sono 1.421.085 le imprese al femminile in Italia (dati Unioncamere al 31/12/2010).
Di queste 262.613 sono le imprese femminili con sede nelle 4 regioni del centro nord: 99.331 in Toscana (23,8% del totale delle imprese), 97.107 in Emilia Romagna (20,4%), 42.184 nelle Marche (23,9%) e 24.662 in Umbria (25,7%). E queste imprese rosa sono diffuse non solo nei settori ‘tradizionali’ (acconciatura e estetica per esempio), ma anche e sempre più nel manifatturiero (19,7% le imprese rosa) e prevalentemente nelle Marche e in Toscana. Fra le regioni italiane la Toscana è al secondo posto per la crescita dell’imprenditoria femminile (+ 1,6%), preceduta solo dal Lazio (+1,7%); ha doppiato il risultato messo a segno a livello nazionale (+0,8%) e superato Emilia Romagna (+1,5%) e Marche (+0,3%).
Per quanto riguarda la forma giuridica delle imprese, le ditte individuali femminili sono il 60,7% del totale, seguite dalle società di persone (22,8%) e dalle società di capitali (14,1%). La distribuzione nelle regioni del centro nord è la seguente: ditte individuali in Toscana e Emilia Romagna 60,7%, Marche 65,3% e Umbria 62,9 %; società di persone in Toscana 25,5%, Emilia Romagna 23,4%, Marche 21,3% e Umbria 24,1 %; società di capitale in Toscana e Emilia Romagna 14,5 %, Marche 11,8% e Umbria 11,4%; L’attività imprenditoriale femminile riesce ad essere più longeva di quella degli imprenditori.
Pur avendo una dimensione micro (da 1 a 9 addetti) contribuisce a creare più posti di lavoro. Ha ancora un livello di partecipazione al mondo imprenditoriale notevolmente al di sotto delle proprie potenzialità, anche se negli anni ha aumentato la presenza. L’imprenditrice manifesta un più forte bisogno di servizi a supporto della competitività, soprattutto per l’innovazione. Sente ovviamente più degli uomini la complessità di gestire i tempi di lavoro, della famiglia e si appoggia prevalentemente alla rete familiare e amicale.
Ha una gestione finanziaria dell’impresa molto cauta, in caso di necessità preferisce rivolgersi alle banche locali. Percepisce di più la crisi economica, ma reagisce con strategie di organizzazione e rilancio. Tra gli interventi pubblici a supporto dell’impresa ritiene prioritaria la riduzione delle tasse, maggiori finanziamenti pubblici, e la semplificazione amministrativa. Ha una vasta rete di conoscenze sul territorio e preferisce avere relazioni con le proprie colleghe, con le quali realizza anche progetti.