Una sentenza che riconosce l'esistenza di una cupola, di un sistema che ha manovrato il calcio italiano e al cui vertice c'era Luciano Moggi, che pilotava anche le ammonizioni visto il riconoscimento di colpevolezza in merito alle partite Udinese-Brescia e Fiorentina-Bologna. ''Siamo molto amareggiati anche se non troppo sorpresi, una sentenza ingiusta contro cui faremo immediatamente ricorso, con la ferma determinazione di far valere i nostri diritti in tutti i gradi di giudizio''.
Cosi' Diego e Andrea Della Valle dopo la sentenza con cui il tribunale di Napoli, in seguito all'inchiesta su calciopoli, sono stati condannati ad un anno e tre mesi. Posizione condivisa anche dall'amministratore delegato Sandro Mencucci. Luciano Moggi interdetto in perpetuo dai pubblici uffici causa il riconoscimento del reato di associazione a delinquere (finalizzato alla frode sportiva), mentre Paolo Bergamo per la durata di cinque anni. C'e' anche il daspo, non esecutivo fino all'ultimo grado di giudizio, per Bergamo, Bertini, Dattilo, De Santis, i due Della Valle, Foti, Lotito, Mazzini, Meani, Mencucci, Pairetto, Puglisi, Racalbuto, Titomanlio e, ovviamente, Luciano Moggi.
Il tribunale di Napoli ha accolto le richieste di risarcimento relative alle parti civili costituite dal Ministero dell'Economia, dal Ministero per le politiche giovanili e l'attivita' sportiva, dal Brescia, dall'Atalanta, dal Bologna, dalla Fallimento Salernitana Sport Spa, dalla Fallimento Victoria 2000 srl (che aveva quote del Bologna), dalla Federconsumatori Campania, dalla Figc e dal Lecce. Giuseppe Narducci, l'ex pm di Napoli che aveva seguito all'inizio lo scandalo di Calciopoli, si dice soddisfatto delle sentenze di condanna di primo grado emesse dal Tribunale di Napoli.
''Sono piu' che soddisfatto per come e' andato a finire il processo - ha detto Narducci intervenuto a 'All Sport News - Speciale Calciopoli' su Premium Calcio - e' un risultato notevolissimo. La sentenza riconosce l'assoluta verita' probatoria raggiunta dalle nostre attivita' investigative e accoglie in pieno la nostra impostazione, stabilendo che quella che opero' in quel periodo fu un'associazione per delinquere e che quello era un calcio malato e corrotto. Alla fine hanno contato i fatti che noi abbiamo dimostrato, respingendo qualsiasi operazione che cercava di allontanare la verita'.
L'atteggiamento della difesa di Luciano Moggi non ha pagato, si e' rivelato inconsistente: e' un atteggiamento di chi non e' teso a dimostrare la propria innocenza o estraneita', ma piuttosto a dire che c'erano anche altri a fare quelle cose: operazione buona solo dal punto di vista mediatico. Anche altri dirigenti hanno avuto colloqui con la classe arbitrale e non sono stati trattati allo stesso modo? Quelle intercettazioni non avevano lo stesso valore probatorio dei colloqui che hanno riguardato gli attuali imputati e la sentenza ci ha dato ragione anche in questo''