Ancora un tunnel per Firenze e sarà quello della "Tramvia II" per la nuova puntata della saga 'Ritorno al futuro' che vede rimesso in discussione il piano Matulli/Ataf, già complicato dalla pedonalizzazione di piazza Duomo. La metropolitana fiorentina si muoverà sinuosa sotto al centro storico, tra i palazzi, i negozi, i monumenti. Sabato alle 12 la posa della (seconda) prima pietra dopo quella di Giuseppe Matulli che ha visto la realizzazione con ritardo del primo tronco dell'infrastruttura. Matteo Renzi prepara così i 1000 giorni previsti dai piani di progetto.
1000 giorni per arrivare da Viale Guidoni (Peretola) a piazza dell'Unità (fine Linea 1). 1000 giorni che non sforano il mandato del sindaco, a patto che la poltrona di Palazzo Vecchio non veda una partenza anticipata verso Roma, e da qui la battuta dei soliti ironici fiorentini al loro sindaco "1000 giorni di te o di me?". Ma i conti fatti con l'impresa che si accolla tempi di lavoro dell'ordine delle 16 ore quotidiane, sono precisi e torneranno solo in vista di eventuali rielezioni amministrative. Dagli ex Macelli, o più precisamente dalla Stazione Foster al Lungarno Pecori Giraldi, sbucando in Piazza Piave dopo aver costeggiato in sotterranea l'Arno.
In piazza della Repubblica la diramazione tra Bagno a Ripoli da un lato e San Marco dall'altro. Scavi archeologici permettendo, e stabilità permettendo, si capisce. Novità sbalorditive già presenti nero su bianco nel piano Strutturale. Abbandonata dall'Amministrazione l'idea del "Tubone", meglio un "tubetto" (lungo 4km, costo 40 milioni al km) sotto la città che possa collegare Dalmazia e Campo di Marte. Ma saranno tunnel ovunque, anche in zona Statuto dove per anni i Comitati hanno tentato di far capire che il sottopasso alla Stazione sarebbe troppo stretto per la Tramvia e le auto, così adesso, la penna magica di Renzi stralcia, cancella e disegna un ponte sul Mugnone, un sottopasso verso l'Orticoltura.
L'era dei tunnel è solo all'inizio. Firenze sarà un crocevia di terre di scavo, di ruspe e di talpe.. ma il progresso è questo. L'immobilismo è altro. Forse è aspettare due anni prima di rimettere mano ai binari, o parlare di partecipazione con tutti e per tutti per poi trovarsi a ripartire con i soliti problemi alla porta. Meglio andare avanti. Anche se a ricordare il recente passato ci pensa il Gruppo comunale del PDL: “Dopo i mille ritardi, restano sul tappeto alcuni dei nodi non sciolti del progetto, come il ‘viadotto-mostro’ di Novoli che ancora non si sa che forma avrà, o il destino degli inquilini della Palazzina Mazzoni, per fare solo due esempi – hanno aggiunto gli esponenti del centrodestra – desta inoltre preoccupazione che si dia il via ai cantieri senza nessuna sicurezza per i commercianti di strade e piazze interessate dal percorso”. “Lunedì Mattei ci dia risposte concrete, e ci fornisca, dati alla mano, la certezza che gli errori commessi per la costruzione della linea 1 non verranno ripetuti stavolta.
Anni di ritardi, di ‘navigazione a vista’ e cambi in corsa del progetto che hanno costretto molti negozianti fiorentini a chiudere bottega. Stavolta i commercianti non devono restare soli” hanno concluso. La risposta dell'assessore Massimo Mattei, che, se è vero che la storia si ripete, sarà il prossimo Matulli della situazione ha risposto attraverso una nota ufficiale dichiarando che "Il vero cronoprogramma dei lavori lo dirà Matteo Renzi durante la presentazione ufficiale di sabato". "Firenze 2020" è il nome del prossimo evento shock previsto da Renzi.
Venerdì 25 e sabato 26 novembre in Palazzo Vecchio per ritrovarsi e rivedersi, per tirare la linea della sommatoria e per rispondere a chi conta ancora i punti rimasti irrisolti di quella "Promessa ai fiorentini" fatta ad inizio mandato. AntLen