In un momento di crisi globale il Festival Internazionale Cinema e Donne, quest’anno alla XXXIII edizione, ci invita a ritrovare “Il Valore e la speranza”. Questo l’evocativo titolo di un'edizione originale e rinnovata del Festival, diretto da Paola Paoli e Maria Teresa D’Arcangelo, che porta a Firenze registe, artiste e soprattutto film che arrivano da tutto il mondo e che quest’anno centrano il cuore dei problemi e delle contraddizioni, spaziano sui continenti e trattano i temi fondamentali della vita degli individui e della comunità. La speranza, suggerisce la regista marocchina Selma Bargach, è riuscire prima o poi a scoprire il segreto de “La 5ème corde”, un percorso di apprendimento personale dell’arte e della vita che nessun maestro può trasmettere. Il Festival, quest’anno, si apre, venerdì 4 novembre, alle 21.00, al Cinema Odeon, con l’Africa del Kenya, dove il 25 settembre si è spenta Wangari Maathai.
La grande biologa creatrice della Green Belt ha insegnato alle donne del suo Paese a piantare 40 milioni di alberi e a guadagnarsi un salario eco-sostenibile. A renderle omaggio la regista e docente di cinema a Nairobi Wanjuru Kinyanjui col suo film “The Battle of the Sacred Tree” (La battaglia dell’albero sacro), ironico e dissacrante. Il Festival continua, poi, fino al 9 novembre con 50 film, tra corti, medi e lungometraggi, da Iran, Spagna, Messico, Argentina, Turchia, Germania, Marocco, Polonia, Italia, Usa.
Tra i tanti ricordiamo, solo per citarne alcuni, “My Perestroika”, dell’americana Robin Hessman, il più recente successo della New Day, la distribuzione americana di film indipendenti che compie 40 anni di un’avventura cominciata da tre donne e un uomo, che sono ora più di cento, “Passione”, di John Turturro, “Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo, “La 5ème corde”, di Selma Bargach e “La buena nueva”, di Helena Taberna. Ci saranno, in questa settimana ricca, oltre che di film, anche di dibattiti e di eventi, due Focus su argomenti di attualità coinvolgenti due o tre paesi presenti, e tre Premi: il Sigillo della Pace, che dà un riconoscimento alle registe che utilizzano il cinema come strumento di risoluzione dei conflitti del nostro tempo, il Premio Gilda, che riconosce il ruolo dell’attrice per il cambiamento del modello femminile nella società di ieri e di oggi e il Premio Anna Magnani, attribuito alle nuove autrici italiane dalla giuria degli studenti del DAMS e di Scienza della Formazione. Incontri alle 19.00 con le autrici e approfondimenti ogni sera nella Sala degli specchi al cinema Odeon. Elisabetta Vagaggini