"Ne abbiamo dette di tutti i colori, nella tre giorni alla Leopolda abbiamo e avete parlato, proposto, suggerito, commentato, bloggato, tweettato. Significa che tantissime persone hanno "comunicato" nella stessa direzione, per pensare e lanciare il Big Bang che ci faccia vivere l'Italia in un mondo nuovo. E ora non vogliamo fermarci. Ecco le idee e i pensieri discussi alla Leopolda divise per 5 macrotemi. Oggi e ancora di più domani, vogliamo sapere la vostra opinione e le vostre idee".
Così ci accoglie la pagina, già scaduta, del Big Bang. Scaduta perché i tempi del Web sono tremendi e passato l'evento resta solo una locandina, inutile infatti sarebbe cliccare link tipo "Come raggiungerci" che poi arrivi davanti alla ex Stazione Leopolda alle 9 del mattino di un giorno qualunque e non ci trovi più nessuno. Ma le idee, fortunatamente, continuano a 'frullare' come la frutta nell'elettrodomestico a lame, come le stecche del biliardino. Adesso, a mente riposata, in un giorno festivo di quelli che hanno il sapore d'altri tempi, puoi 'mettere l'orecchio in internet' e cercare di capire cosa è rimasto della tre giorni renziana, cosa è rimasto nei cuori e nella testa di chi ha vissuto intensamente, di passaggio, di striscio o di rimbalzo la rivoluzione democratica sul web. "Stavo scrivendo su Twitter che il Big Bang siamo tutti noi - così ha esordito il Wiki Matteo Renzi davanti ai giornalisti in sala stampa a fine discorso, poco conta che Richetti e Faraone, dopo aver sostenuto la necessità di giocare e non stare in panchina, di attivarsi, e di farsi sentire, alla fine al suo fianco facciano solo da scenografia, sotto i riflettori ci va il leader - sono il sindaco di una città in cui le donne in giunta rispondono alle quote rosa, abbiamo anche il capo della municipale donna.
Il mio PD non parte dagli eletti ma dagli elettori, il marchio del PD lo registrano i cittadini che vanno alle primarie su questo siamo pronti alla battaglia di idee, l'avversario non è il nemico, chi la pensa diversamente può essere anche nello stesso partito. Non fuggiamo dal partito." "Abbiamo cercato di dire che è importante ascoltare ed essere protagonisti, il candidato non può uscire da una assemblea di dirigenti. Stiamo proponendo un Wiki PD, da Wikipedia, aperto a tutti anche a Civati, il PD non è nostro, ma anche di chi si è stufato di votarlo ma se qualcosa cambia potrebbe tornare.
Anche Silvio Berlusconi inizia a pensare alle primarie come una discussione interna che si apre nel partito del centro destra. Le abbiamo inventate noi, e le regaliamo a loro non facedole? Così invece si arriva ad una democrazia con due soli poli, destra e sinistra" Si ma poi nel concreto? Prova pratica su tematiche spicciole: "Questo paese quando ha deciso deve fare, sulla TAV si è deciso anni fa e non lo si può mettere in discussione. Il progetto dell'infrastruttura fiorentina non mi piace, ma ho mollato cercando di portare a casa il massimo possibile altrimenti tra ricorsi ed altro saremmo rimasti bloccati per decenni e così dovrebbero fare anche in Val di Susa.
Così la penso anche per il Depuratore e Termovalorizzatore. Non mi tiro indietro sulle grandi opere, servono per collegare il paese con l'Europa. Preferisco andare in mezzo alla gente e prendermi i fischi, piuttosto che imporre la mia volontà. Questo è di sinistra" Wiki PD, uno stile di vita? Forse.. o forse più semplicemente uno slogan che però sottolinea un cambiamento attuato a suon di politica comunicata. "Portiamo la politica fuori - ha detto Renzi sul palco - non dobbiamo avere paura e chiuderci dentro".
Vero. Lo avevano detto un po' tutti quelli che hanno cercato di dare una scossa alla sinistra italiana, ma ora si tratta di dirlo anche a quelli che attivisti magari non sono, che amano commentare la vita a distanza. Quelli che stringere la mano a Bersani, D'Alema, Veltroni o Prodi non ha senso però vogliono esserci. Tra amici, quando uno del gruppo fa qualcosa di giusto, colpendo il bersaglio, si usa dire "Bravo, cento punti!". Cento punti stavolta li ha presi Matteo Renzi, perché con una idea su tutte ha vinto, quella di smuovere le acque, incasinare il puzzle, rompere gli schemi, aprire dibattiti e con essi delle voragini incredibili.
Ha iniziato con le battute, poi è arrivato il libro "Fuori!" che lo ha portato davanti alle platee di tutta Italia e poi il Big Bang dove da tutta Italia son venuti a trovarlo. Si è circondato di autorevoli ospiti, ha fatto parlare quelli che conoscono il loro mestiere ed il mestiere soprattutto della comunicazione. Un convegno stile Azienda Multilevelmarketing? Ma non scherziamo.. niente carboni ardenti. Si è passati da "Lo Statuto non si tocca" a "Primarie per tutti, il ricambio è necessario, servono stimoli e forze nuove".
Applausi. Il rsultato era già raggiunto prima ancora di aprire i cancelli. Certo però, un po' fa pensare questo Partito di opposizione con una grande storia alle spalle che si spaventa davanti al giovane sindaco ex presidente di una (inutile?) Provincia che alza la voce e chiama un po' di amici per parlare di quel che si potrebbe fare se.. (Si, è già un ex, che sia un piccolo brontolosaurino pure lui alla fine?) "Tante volte ci lamentiamo - ha detto ancora Renzi - della mancanza di credibilità, però poi troviamo le stesse accuse verso di noi sulle idee confuse.
Oggi la sinistra ha una chance, se perdiamo le elezioni un qualsiasi militante sarebbe autorizzato a chiedere il trattamento sanitario obbligatorio, non possiamo perdere. Però non scappiamo da Firenze, restiamo e lo facciamo a viso aperto, però dico alla stampa fiorentina che quando incontro i fiorentini la gente non si lamenta dei problemi urbanistici, ma mi parla dei problemi del paese, quindi non c'è dicotomia tra Italia e Firenze" 100 idee in continuo cambiamento, pronte ad essere cancellate riviste e riscritte se serve, così recita la nota che le accompagna.
Un vero e proprio programma. "C'è ansia di partecipazione" ha concluso il sindaco di Firenze. "Nei prossimi tre mesi vi stupiremo. Tre mesi per capire dove andrà il Governo. Partendo da questo, che non è stato un raduno di boy scout (più di 10 mila presenze, più di 20 mila euro di contribuzione volontaria). Da qui non è uscito il nome di uno su tutti, non è stata la fiera delle vanità". In poche parole l'importante, per ora, è che se ne parli. Di tutto, anche di Matteo Renzi. Antonio Lenoci