Negli ultimi anni i processi di acquisto di beni e servizi del sistema sanitario sono stati interessati da cambiamenti significativi, guidati prevalentemente dalla ricerca di soluzioni in grado di razionalizzare e contenere la dinamica crescente della spesa a fronte di un fabbisogno in continua crescita, generato tra l’altro da fenomeni quali l’invecchiamento della popolazione e l’aumento di patologie croniche. In questo scenario si sono diffuse in gran parte dei Sistemi Sanitari Regionali soluzioni di accentramento sovra aziendale, con una rilevante eterogeneità negli assetti istituzionali ed organizzativi.
Se la centralizzazione dei processi di acquisto è un fenomeno ormai acquisito e difficilmente reversibile, richiede, tuttavia, ancora un affinamento nei modelli di applicazione. La corretta attuazione di tale modello, infatti, dovrebbe generare non solo benefici economici, organizzativi e procedurali ma anche garanzie di equità nell’accesso all’innovazione e alla qualità dei servizi. «Quasi 634 milioni di esposizione nel 2010: con questa insolvenza record da parte degli Estav e delle Asl, in Toscana si mette in pericolo la sopravvivenza stessa del settore delle forniture ospedaliere.
La giunta regionale ci dica come intende rimediare». Sono parole dure, quelle che arrivano dal Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) su una vicenda che si trascina da mesi e che non pare trovare sbocchi. «Da oltre un anno i fornitori ospedalieri della Toscana non vengono pagati dagli Estav e dalle Asl – spiega infatti Mugnai che su questi fatti sta già preparando un’interrogazione urgente all’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia per chiederle un intervento deciso, tempestivo e risolutivo – e ciò malgrado evadano le loro ordinazioni con regolarità.
Attualmente – sottolinea l’esponente del Pdl – i fornitori sono titolari di un debito che prefigurare il rischio concreto di ricadute occupazionali negative».Solo ieri i fornitori ospedalieri hanno annunciato che, nell’estremo tentativo di sbloccare la situazione, sono decisi a passare alle vie legali. Anche la politica, però, deve prendere posizioni chiare. Mugnai lo fa, schierandosi al loro fianco e chiedendo alla giunta regionale di fare altrettanto. Anche perché questi imprenditori operano entro una tenaglia burocratica che, se da un lato per ottenere i pagamenti li costringe ad attese bibliche che vanno dai 240 giorni dell’Estav Sud Est ai 280 dell’Estav Nord Ovest, dall’altro li obbliga anche a non sospendere l’erogazione di beni sanitari onde evitare di commettere interruzione di pubblico servizio, reato penale in quanto delitto contro la pubblica amministrazione.
Insomma, già qui non se ne esce. Ma c’è di più: «In Toscana i fornitori sono già messi in difficoltà anche dal regime di Iva ad esigibilità immediata che li penalizza rispetto a quanto accade nelle altre regioni italiane. Infatti – spiega Mugnai – in Toscana i pagamenti ai fornitori transitano quasi totalmente dagli Estav, gli enti di approvvigionamento di area vasta nati nel 2004 come invenzione autonoma della Regione Toscana. Che però li ha pensati pro domo sua, senza valutare l’impatto che la creazione di questa ennesima sovrastruttura, funzionale alla creazione di nuovi spazi burocratici, avrebbe avuto sugli operatori.
Mentre infatti le Asl, in quanto soggetti che prestano servizi sanitari, secondo la normativa nazionale del 1972 rientrano in una categoria che non prevede l’Iva ad esigibilità immediata, gli Estav, la cui funzione è prevalentemente commerciale, non vi possono rientrare affatto. In sostanza: da noi i fornitori non solo non vengono pagati, ma addirittura si trovano a dover anticipare l’Iva». Intanto, il ruolo di forziere della sanità è tutto in mano alle Asl: «Nel 2010 – fa sapere Mugnai – le Aziende sanitarie e ospedaliere hanno accumulato verso gli Estav un debito di 588 milioni e 940mila euro proprio sull’acquisizione di beni e servizi.
E’ chiaro che diventa una spirale perversa: le Asl e le Aoup non pagano gli Estav, i quali non pagano i fornitori».La situazione, per le aziende, è dunque completamente a rimessa. E, come se non bastasse, a ciò si aggiungono le complicazioni della burocrazia: «Gli operatori lamentano di essere oggetto di continui rimpalli di responsabilità – denuncia Mugnai – in un sistema di scatole cinesi che frustra la loro attività e, con essa, le competenze di un settore d’impresa caratterizzato da un alto grado di specializzazione, esperienza e qualità del servizio.
I fornitori dovrebbero rappresentare un valore aggiunto per la tutela della salute del cittadino. Ma la Regione, anche in questo caso, scegliendo l’apparato non fa che impoverire e svilire la capacità di garantire servizio sanitario».
Azienda - Debiti verso i fornitori Ausl 1 Massa Carrara 51.215.820,32 Ausl 2 Lucca 31.342.258,71 Ausl 3 Pistoia 28.998.274,67 Ausl 4 Prato 17.100.486,18 Ausl 5 Pisa 25.967.371,30 Ausl 6 Livorno 32.244.635,31 Ausl 7 Siena 24.410.277,23 Ausl 8 Arezzo 33.918.740,49 Ausl 9 Grosseto 39.853.949,14 Ausl 10 Firenze 120.201.185,99 Ausl 11 Empoli 12.206.456,00 Ausl 12 Viareggio 6.505.245,00 AOU PISA 48.164.494,83 AOU Careggi 57.875.301,95 AOU Meyer 13.366.041,95 AOU Siena 87.577.404,46 ISPO 934.438,20 Estav Centro 306.036,00 Estav N-O 180.319,13 Estav S-E 42.339,49 Fond.Lunedì, 24 ottobre 2011 (alle ore 10.00) presso Villa la Quiete alle Montalvevia Boldrone, a Firenze, si terrà la presentazione del volume dal titolo “I processi di acquisto di beni e servizi nelle aziende sanitarie. Elementi di innovazione e modelli di accentramento”, edito da EgeaMonasterio 1.300.712,00 TOTALE 633.711.788,35 *Fonte: Estav – Bilanci di esercizio 2010