FIRENZE – In dirittura d’arrivo il progetto per la tutela e la valorizzazione delle strutture archeologiche di epoca etrusca e romana rinvenute a Ponterotto, nel Comune di San Casciano. E’ infatti pronto il protocollo di intesa (la firma avverrà la prossima settimana) per la ricollocazione, il restauro dei reperti e l’allestimento dell’area archeologica, che disciplinerà i rapporti tra la Regione Toscana, il Ministero per i beni e le attività culturali, la Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana, il Comune di San Casciano e la Laika Caravans spa.
L’accordo consentirà a quest’ultima di riprendere i lavori per la realizzazione del nuovo stabilimento. “Con questo atto – afferma il presidente della Regione Enrico Rossi – diamo soluzione positiva a un problema che ha suscitato nel tempo discussioni più che legittime e anche qualche polemica. Tutti gli enti interessati concordano con una soluzione che da una parte tutela rigorosamente e rende fruibile un bene culturale che viene considerato una importante testimonianza del popolamento antico del territorio, e dall’altra assicura allo stesso territorio l’opportunità di continuare a beneficiare di una attività produttiva estremamente importante per l’economia della zona e per l’occupazione”. “Compito degli enti statali preposti – continua il presidente Rossi – è quello di tutelare i beni archeologici.
Li ringrazio per averlo fatto al massimo livello possibile nel nostro paese. Ricordo infatti i pareri favorevoli al progetto di ricollocazione espressi dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana, dal Comitato tecnico scientifico per i beni archeologici del Ministero per i beni e le attività culturali, dalla Direzione generale per le antichità dello stesso Ministero. Rispetto la decisione di queste autorità. Le loro indicazioni non di rado costituiscono spunto e accredito per le rivendicazioni dei comitati territoriali e degli ambientalisti più rigorosi.
La Regione ha compiti di valorizzazione e non intende sottrarsi a questa responsabilità, né intende vanificare un intervento produttivo che ha sostenuto con 3,4 milioni di euro e che dà lavoro a circa 300 persone”. “La scelta del terreno sui cui edificare il nuovo stabilimento spettava al comune, è stata presa legittimamente e non si torna indietro – continua il presidente – Il nuovo stabilimento nasce su terreni acquistati a prezzo industriale e vincolati a questo uso per 40 anni.
Anche lo stabilimento vecchio manterrà questa destinazione. Dal canto suo l’impresa si impegna a finanziare l’operazione di ricollocazione”. “Sarebbe stato un errore non prendere questa decisione. Anche alla luce di questo episodio resto convinto che lo sviluppo dell’attività manifatturiera e dell’occupazione, la tutela del paesaggio e dei beni in esso contenuti, lo sviluppo di una agricoltura e di un turismo di qualità, e infine il recupero in campo edilizio al posto di nuove edificazioni non siano affatto in conflitto.
E’ su questo equilibrio – conclude il presidente Rossi – che la Regione sta puntando per ripartire ed è questo il motore che tiene insieme al maggioranza di governo, al di là delle singole opinioni”.