Dany Boon dopo “Giù al Nord”, il film che gli ha regalato un successo internazionale, torna con “Niente da dichiarare?”, più a nord del Nord-Pas de Calais, al confine franco-belga, per ambientarci una divertente commedia. E' la storia due doganieri un francese (Dany Boon ) e un belga (Benoit Poelverade ) nel momento in cui vengono abolite le frontiere dopo il trattato di Maastricht nel 1992 e il loro lavoro è destinato a cambiare. Il luogo della storia è un paesino sul confine franco-belga dove è in corso una sorta di guerra privata tra un doganiere belga, l’irascibile e razzista Vandevoorde, e gli automobilisti ed i colleghi francesi, tra cui il pacioso Ducatel, innamorato della di lui sorella.
La creazione di una squadra mobile mista sarà l’occasione per avvicinare e far conoscere i due litiganti che dovranno costituire una sorta di dogana mobile internazionale che si serve di una sgangherata Renault 4.per scoprire i traffici illeciti e le illegalità che possono avvenire nella zona , dopo che sono stati aboliti i confini. Le diversità culturali e comportamentali dei due metteranno a dura prova la realizzazione di una pacifica apertura tra le due popolazioni:il francese e il belga – francofobo – si scontreranno su questioni culturali, amorose e non solo,per riuscire poi a trovare un modus vivendi che è quasi un'amicizia.
Ancora una volta la lingua (in Giù al nord le differenze dialettali, qui le peculiarità francesi e quelle belghe ) non rappresenta semplicemente un diverso modo di comunicare, quanto un confine culturale. Dany Boon continua in qualche modo il suo viaggio nella provincia francese, evidenziando i tic e le manie, i luoghi comuni della rivalità franco-belga e costruendo un film abbastanza divertente, anche se nella versione italiana si perde necessariamente il frizzante gioco degli accenti della versione originale . Dany Boon si conferma, comunque come uno dei più brillanti attori comici francesi degli ultimi tempi, con una simpatia e una mimica un po' alla De Funès, anche se il film forse delude le aspettative di chi aveva apprezzato “Giù al Nord”. “Niente da dichiarare ?”offre le buone interpretazioni dei due protagonisti, che riescono a suscitare frequenti risate nello spettatore, ma pur proponendosi nel solco di “Giù al nord”, insiste un po’ troppo su cliché noti, finendo così per privarsi di quella originalità, freschezza e capacità di stupire che aveva contribuito al successo del primo film. Il regista è attento ai caratteri e fedele ad una semplicità che sembra essere la sua efficace cifra stilistica .
L'ambientazione retrò dei primi anni '90, niente più frontiere e poca informatica, è lontana rispetto al divario nord/sud del primo film, ed è molto lontana da questi tempi che hanno abolito in buona parte le frontiere ma conservano buona parte dei pregiudizi sottolineati con humor nel film di Dany Boon. Alessandro Lazzeri