Un presidio organizzato con operatrici, ospiti, rappresentanti sindacali e medici quello che si è parato davanti a Palazzo Vecchio nel pomeriggio dedicato al Consiglio comunale per scongiurare la chiusura della residenza sanitaria assistita. Una storia che ne racchiude tante, troppe, sarebbe comunque limitativo raccontarne solo alcune. La prima cosa da capire per potersi interessare all'argomento è che "Chi affida un proprio caro ad una struttura - spiegano alcuni familiari dei degenti - non lo fa per mancanza di voglia o di amore verso il proprio caro, ma perché si tratta di situazioni spesso ingestibili da parte di chi non ha le giuste competenze.
Una degenerazione che non ammette scusanti, non consente spazio alle umane debolezze. L'attenzione deve essere sempre ai massimi livelli, la disponibilità totale, e nonostante questo può comunque sfuggirti qualcosa e tutto verrebbe vanificato". Una risposta in aula c'è stata all'interrogazione firmata da De Zordo, Grassi, Cruccolini, Tenerani, Spini, Di Puccio: “Come Amministrazione comunale - ha detto l'assessore Stefania Saccardi - stiamo seguendo attentamente la vicenda e abbiamo offerto la nostra collaborazione per individuare la soluzione migliore nell’interesse sia degli ospiti sia dei lavoratori”.
“Appena informata della decisione dell’Asl ho immediatamente invitato i vertici dell’Azienda a procedere con estrema cautela. Si tratta infatti di una operazione che va effettuata con grande prudenza sia nell’interesse degli ospiti che dei lavoratori. Mi sembra che l’Asl abbia optato per una gestione cauta e attenta agli ospiti e ai lavoratori” ha aggiunto l’assessore riferendosi alla sospensione della disdetta del servizio con la cooperativa il Quadrifoglio e quindi i licenziamenti degli operatori della struttura.
“La vicenda è molto delicata e nell’eventualità in cui l’Asl decidesse di andare avanti sulla chiusura de Le Civette, si dovrà procedere con un colloquio costante e continuo con i familiari degli ospiti in modo da valutare se un paziente può essere trasferito, come e dove. La stessa attenzione dovrà essere dedicata alla tutela dei lavoratori. A questo scopo, nonostante Le Civette siano una struttura dell’Asl, come Amministrazione abbiamo invitato l’azienda a sospendere la procedura per i licenziamenti e, nel caso che poi si dovesse arrivare alla chiusura, di individuare precedentemente alternative per i lavoratori.
Da parte nostra siamo disponibili a collaborare con l’Asl su entrambi i fronti e saremo a fianco delle famiglie degli ospiti e dei lavoratori per offrire loro la massima garanzia”. "Lo svuotamento dell'edificio apre la porta a possibili speculazioni edilizie sull'area di San Salvi il cui futuro resta sospeso malgrado nel Piano Strutturale sia stato incluso il "Parco di San Salvi", dizione che dovrebbe tutelare la salvaguardia di una delle zone più ricche di storia e di verde della città" la riflessione degli interroganti.
Per quanto riguarda la destinazione futura degli immobili oggi occupati da Le Civette, l’assessore Saccardi ha escluso che la decisione sia riconducibile all’operazione urbanistica relativa all’area di San Salvi "Non sono ancora state rese note dalla ASL le motivazioni alla base della annunciata chiusura della RSA Le Civette, una struttura operante all'interno di San Salvi che è definita dalla stessa Azienda Sanitaria "d'eccellenza" e che è nota in città per offrire un ottimo trattamento ai 67 anziani non autosufficienti ospitati (60 residenti e 7 in CDA).
Ora i pazienti dovrebbero essere trasferiti altrove e così sradicati dal luogo che da anni è la loro abituale residenza; con tutti danni psicofisici che ne possono conseguire, come lo stesso ing. Marroni, direttore generale dell'ASL fiorentina, affermava appena 1 anno fa dichiarando che in questi casi 'va rispettato il vincolo territoriale'" hanno sottolineato i consiglieri comunali. La ASL non ha chiarito quale uso intenda fare della palazzina per la quale sono stati spesi fondi pubblici per adeguarla al tipo di servizio cui è stata finora dedicata compresi i costosi adeguamenti interni ed esterni tutti a carico della regione Toscana.
"Un'area ghiotta" hanno esclamato i presenti al presidio. Tra loro anche la ex direttrice della struttura che si è detta incredula e preoccupata da un simile atteggiamento cui nessuno al momento sembra contrapporsi con forza: "La chiusura di un centro di eccellenza non può avvenire in un simile modo che non tiene conto della difficoltà di ambientare i pazienti in altri spazi". "Chiedo alla Giunta Regionale di prendere in mano la situazione, e di dire con chiarezza che la Residenza Sanitaria Le Civette non verrà chiusa.
Rinviare la scelta non è sufficiente" - a dichiararlo è il Consigliere Regionale Mauro Romanelli, presente al presidio. "E' umiliante e scoraggiante essere costretti a vedere, nella civile Toscana, nel 2011, lavoratori anche stranieri, poco pratici con la lingua, parenti, degenti stessi con la carrozzella, doversi mobilitare e passare intere giornate sotto le sedi istituzionali, ad implorare una risposta. Vista la scarsissima loquacità di chi di dovere nel fornire motivazioni esaurienti, tutte le illazioni sono lecite.
Perché non pensare ad esempio che la riorganizzaione urbanistica e i noti appetiti su quell'area non abbiano avuto un loro peso in questa decisione?" "La Lega aveva già presentato un’interrogazione in Regione pochi giorni fa - ricorda il consigliere Gian Luca Lazzeri - Esprimo solidarietà e sostegno ai lavoratori e ai parenti degli ospiti, un’eventuale chiusura di questa Rsa, oltre a recare disagio all’utenza e ad accrescere le problematiche occupazionali per gli operatori, rappresenterebbe anche un notevole danno economico». Dopo la revoca dei licenziamenti già spediti, atto che allunga i tempi ma non scongiura la chiusura della struttura, 35 fra lavoratrici e lavoratori si sono riuniti in assemblea.
All'Ordine del Giorno la discussione relativa all'accordo sottoscritto in data 30 settembre 2011 fra OO.SS. FP CGIL, CISL FP, Dirigenza Coop. Quadrifoglio, ASL 10. L'assemblea, dopo ampia discussione, ha dato mandato alle OO.SS. di sospendere lo stato di agitazione del personale, considerando l'accordo un primo passo avanti nella garanzia dei posti di lavoro e del rispetto dei contratti individuali di tutto il personale. Mandato alle suddette OO.SS. di definire ulteriori accordi utili alla quantificazione degli arretrati e per l'individuazione dei criteri per gli eventuali ricollocamenti nelle RSA fiorentine.
"Rimane inteso che in assenza di queste ulteriori precisazioni e accordi, che potremo valutare in assemblea successivamente al 21 ottobre prossimo venturo, si proseguirà nelle iniziative di protesta e lotta utili alla completa definizione della vertenza, compresa la conferma dello stato di agitazione del personale". Non sono citati nella nota diramata al termine dell'incontro, ma è presumibile che si sia discusso anche dei pazienti. Certe malattie degenerative comportano la regressione dello stato mentale, per dirla con l'affetto dell'obbiettività, si ritorna ad essere come dei bambini, con la necessità di dover ripartire da zero, dai fondamentali, dagli aspetti più semplici della vita.
Al tempo stesso subentra l'instabilità dell'umore, l'incapacità di mantenere un equilibrio ed il bisogno di sentirsi parte di un luogo, di una famiglia allargata di uno status con tempi, forme e regole ben precise. Alle volte le Istituzioni dovrebbero poter spiegare le cose proprio in questi termini, con la semplicità che richiede l'apprendimento elementare. Quei perché senza risposta, sulle priorità, sulle scelte. Ant Len