Firenze - L’ Asl 10 dismette la Rsa 'Le Civette' nell’area di San Salvi. "Sono a rischio 60 posti letto e 53 posti di lavoro - dichiarano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - La motivazione addotta a mezzo stampa riporta che si 'tratta di una semplice riorganizzazione degli spazi'. Una decisione considerata, invece, da Rifondazione "grave, irresponsabile e di basso profilo socio-sanitario, poiché azzera l’esperienza di una struttura qualificata che da tempo si occupa di anziani, persone con malattie psichiatriche e Alzheimer".
Oltre al danno occupazionale "vanno scongiurate le pesanti ricadute legate al ricollocamento degli utenti e le loro famiglie e all’aggravarsi della situazione, già critica, delle liste di attesa". Rifondazione Comunista chiede che la decisione venga revocata "al fine di salvaguardare l’insieme del servizio sanitario fiorentino, il diritto all’assistenza e al lavoro. Le Istituzioni Comune e Provincia di Firenze, Regione Toscana devono contrastare tutte quelle scelte che in nome dei risparmi fanno cassa sui diritti".
Presentata in Provincia una domanda d'attualità. Di seguito il testo. "Siamo venuti a conoscenza dai lavoratori della struttura Rsa 'Le Civette' nell’area di S. Salvi dell’intenzione, da parte della ASL 10, di chiudere la residenza entro il 31 ottobre 2011. Una decisione grave, irresponsabile e di basso profilo socio-sanitario, poiché azzera l’esperienza di una struttura qualificata che da tempo si occupa di anziani, persone con malattie psichiatriche e Alzheimer. La Rsa ospita attualmente 60 anziani residenziali e 7 in CDA ed occupa 53 lavoratori ( diversi operatori sociosanitari, fisioterapisti, animatori, addetti alle pulizie, alla portineria e al centralino).
Un altro duro colpo inferto dalla ASL 10 al sistema sanitario fiorentino messo a dura prova la scorsa settimana con un'altra vicenda emblematica, quale la annunciata chiusura di Poggio Sereno un istituto di cura privato, di 60 posti letto, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, specializzato nella cura dei disturbi neuropsichiatrici situato a Fiesole. Ci lavorano 32 lavoratori ( medici, infermieri, ausiliari e amministrativi). Il fine istituzionale della struttura ( altamente qualificata e radicata nel territorio)è quello di erogare in regime di ricovero (ordinario e Day-Hospital) ed ambulatoriale, prestazioni specialistiche di diagnosi e cura per patologie neuropsichiatriche e, in solo regime di ricovero, prestazioni mediche internistiche.
Il tentativo di dismettere Poggio Sereno e ora Le Civette fanno nascere il sospetto che dietro ci sia una correlazione, un analogo disegno che in nome di un ipotetico risparmio e soprattutto di un pericoloso riassetto delle attività tra componenti societarie e lobbistiche riduce la qualità del servizio sanitario, alleggerendolo nelle prestazioni e tutele laddove i bisogni di salute sono più fragili e liberandosi di un numero imprecisato di lavoratori. Inoltre non dimentichiamoci che nell’area di S.
Salvi insite da tempo una pericolosa privatizzazione che cerca di liberarsi di strutture pubbliche. Sulla dismissione della RSA Le Civette pesa inoltre la modalità con la quale l’ASL 10 ha attivato la procedura dimenticandosi che la residenza era stata oggetto di notevoli investimenti finanziari al fine di adeguarla funzionalmente ai servizi offerti. Grave è il fatto che chi ha messo in essere questa operazione non abbia valutato gli effetti derivanti dalla cancellazione di 60 posti letto né tanto meno la ricaduta occupazionale.
Infatti la cooperativa Quadrifoglio che ha attualmente l’appalto su tale struttura,ha comunicato ai lavoratori l’impossibilità della totale ricollocazione all’interno di altri servizi. Un vero e proprio dramma sociale poiché i lavoratori si sono trovati dall’oggi al domani senza posto di lavoro e gli ospiti e le loro famiglie a far fronte ad una impossibile e difficile loro ricollocazione. I commenti tra gli operatori e i familiari segnalano la gravità dei danni che la dismissione crea “…le persone con malattie psichiatriche conoscono ogni macchia di ogni parete della loro stanza.
C'è chi è entrano qui a 18 anni e ci sta da 50. Non è possibile spostarli altrove come se niente fosse: significa gettarli in un baratro di paure…” oppure come quella di un familiare di una paziente affetta da Alzheimer che afferma come “…Ci sono voluti anni per trovare una struttura adatta a lei, dove volesse stare. Accetta solo questo ambiente o casa nostra, non vuole andare da parenti né altrove…” C’è infine l’amara considerazione che gli ospiti andassero ad occupare posti in altre RSA, questo aggraverebbe ulteriormente l’attuale situazione già fortemente critica, nell’ASL 10, delle liste di attesa per l’inserimento nelle strutture residenziali sanitarie assistite.
A fronte di questa scelta scellerata operata dalla ASL 10 ci domandiamo cosa intendono dire e fare il Comune e la Provincia di Firenze nonché la Regione Toscana veri e propri convitati di pietra in queste operazioni di smantellamento del wealfare. «No alla chiusura della rsa ‘Le Civette’ di Firenze, al fianco dei lavoratori e contro la perdita di occupazione e posti letto di cui la Asl 10 ha un disperato bisogno»: questo il motto per il quale pochi minuti fa una delegazione di Consiglieri regionali del Pdl ha incontrato i lavoratori della struttura riuniti in protesta sotto la sede del Consiglio regionale.A scendere in via Cavour sono stati Giovanni Donzelli, Stefano Mugnai (Vicepresidente Commissione sanità), Nicola Nascosti (Vicepresidente Commissione attività produttive), Salvadore Bartolomei (Commissione istituzionale per l’emergenza occupazionale), Stefania Fuscagni (Portavoce Opposizione), Paolo Marcheschi e Tommaso Villa.
«La decisione repentina assunta dalla Asl 10 di Firenze – affermano gli esponenti del Pdl – appare priva di motivazioni sia sotto il profilo delle necessità assistenziali di Firenze, sia quanto a qualità delle prestazioni della rsa ‘Le Civette’ e a soddisfazione dei pazienti della struttura. Per questo siamo dalla parte dei lavoratori e delle famiglie degli ospiti che chiedono un ripensamento rispetto alla scelta di chiudere una rsa che funziona e che concorre a garantire un livello di assistenza minimo indispensabile sul territorio dell’azienda sanitaria fiorentina». “Esprimo la mia più totale solidarietà ai lavoratori e alle famiglie degli ospiti della RSA “Le Civette” di Firenze.
Questa struttura non deve chiudere”. È quanto sostiene il consigliere della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri, che al riguardo ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio Regionale insieme al capogruppo Antonio Gambetta Vianna. Per Lazzeri, “una eventuale chiusura di questa RSA, oltre a recare disagio all’utenza e ad accrescere le problematiche occupazionali per gli operatori, rappresenterebbe anche un danno economico visto che la scelta di ristrutturare ed adeguare specialisticamente ad RSA per anziani una struttura da ridestinare di lì a poco ad altri usi, o da alienare, non brilla sicuramente per efficienza, efficacia ed economicità”. Nell’interrogazione, come si legge nel testo protocollato, si chiede di sapere: il costo complessivo del recente adattamento/ristrutturazione ed in che misura è stato finanziato con contributo regionale; se la notizia concernente la imminente chiusura della RSA “Le Civette” risulti essere fondata o meno e se questa rientri in un piano varato da tempo per la revisione del sistema delle non autosufficienze e, in caso di conferma, se tale piano fosse già stato varato al momento dello svolgimento dei lavori di ristrutturazione; in caso di chiusura, se siano previste nuove e adeguate collocazioni per tutti i 67 ospiti e se queste risultino essere idoneamente organizzate a far fronte alle specifiche necessità di ciascuno di questi e se, nei fatti, la ASL fiorentina abbia proposto o sarà in grado di proporre un piano per la riallocazione dei 73 operatori che consenta una idonea valorizzazione delle professionalità ed esperienze di ogni lavoratore; in caso di chiusura, quali sono le motivazioni che hanno spinto la ASL fiorentina a dismettere una struttura da poco ristrutturata e se questa sarà destinata ad altro uso da parte dell’ASL 10 o se sarà destinata alla locazione o alla alienazione; in quest’ultimo caso si chiede se la Regione non ravvisi le caratteristiche di una potenziale operazione di speculazione immobiliare; in caso di chiusura, se la scelta operata dal Direttore Generale sia ritenuta dalla Giunta come condivisibile, oppure se sia da ritenersi come censurabile e/o comunque sanzionabile ed eventualmente quali sono le misure che intende adottare.
“Improvvisamente chiude la Rsa “Le Civette” di San Salvi. 70 licenziamenti? 60 malati che non sanno dove verranno trasferiti? La Lega Nord interroga in merito la Provincia di Firenze”. E' il titolo della domanda d'attualità presentata sul tema da Marco Cordone, consigliere provinciale della Lega Nord. Di seguito il testo. "Considerato che: da notizie di stampa locale abbiamo appreso che la storica Rsa di San Salvi “Le Civette”, la quale ha sede negli spazi del vecchio manicomio cittadino, chiuderà(in questi giorni la cooperativa che aveva in gestione la Rsa ha inviato le lettere di licenziamento); la suddetta chiusura potrebbe sfociare , nonostante le rassicurazioni non molto convincenti e frettolose dell' Asl in tal senso, nella perdita di 70 posti di lavoro (53 secondo la Asl), e in una situazione di grande disagio per 60 malati che non sanno dove saranno trasferiti, (nella struttura sanitaria vi è anche un centro diurno per l'Alzheimer); a detta della direzione della Rsa “Le Civette”, la struttura funziona bene e da una buona assistenza, rispettando tutti gli standard e non si capisce perché la stessa debba chiudere senza sapere che fine faranno i lavoratori e i pazienti; un gruppo di parenti dei pazienti ha scritto una lettera alla Asl per sottolineare come i loro cari si trovino bene a “ Le Civette” e per chiedere come mai una struttura considerata “fiore all'occhiello” viene dismessa così in fretta e alla chetichella nonostante gli assistiti paghino circa 3200 euro al mese(la metà a carico dell'Asl, ma di fatto soldi pubblici), ed anche per sapere dove sarebbero trasferiti i loro cari; lo Scrivente Consigliere Provinciale interroga il Presidente della Provincia e l'Assessore Competente per sapere: quali iniziative intendano mettere in atto in coordinamento con la Regione Toscana, il Comune di Firenze e con la Asl per salvaguardare i 70 lavoratori (53 secondo la Asl) che rischierebbero il posto di lavoro e per evitare drammi e comunque pesanti ricadute sulle famiglie, legate ad una nuova e difficile sistemazione per i malati".