Prato – Oggi, a Roma, è stato il giorno della protesta delle Province che “non possono essere considerate il capro espiatorio dei mali della Repubblica per la risoluzione dei problemi dei costi della politica”. La Provincia di Prato era rappresentata dal presidente Lamberto Gestri, dal presidente del consiglio provinciale, Giuseppe Maroso e dall’assessore ai Lavori pubblici, Ivano Menchetti. E’ stato approvato un ordine del giorno durissimo dove si sottolinea “l’assoluta contrarietà rispetto al percorso di riforma costituzionale avviata dal Governo senza il minimo coinvolgimento delle Province”. “Occorre un progetto di riforma vero e non un pasticcio che moltiplica gli enti intermedi e rende tutto più complicato – afferma Gestri - Ci vuole il coraggio di mettere mano a una riforma concreta che migliori la situazione a servizio del Paese.
A questa condizione siamo disponibili a collaborare”. Altrettanto determinato nel giudizio il presidente Maroso. “C’è la piena consapevolezza da parte di tutti delle difficoltà del Paese e la ferma convinzione che serve una revisione del sistema istituzionale - afferma - ma non sono accettabili proposte velleitarie che non conducono assolutamente a un risparmio sicuro”. L’assessore Menchetti ha affidato il commento della mattinata a facebook: “ Lo Stato si riforma per l’efficienza non per interesse mediatico”.
“Occorre ricordare che sui costi della politica delle Province si è già intervenuti in profondità mentre poco è stato fatto su altri livelli di governo”. Si legge nell'ordine del giorno approvato all'unanimità dall'assemblea dei presidenti di Provincia, dei presidenti dei consigli provinciali e dal consiglio direttivo dell’UPI. "Le Province - si legge nel testo - non si tirano indietro rispetto all’esigenza di una profonda riforma, ma rivolgono un appello al Parlamento perché affronti in modo coerente un percorso di riordino istituzionale che riguardi tutte le istituzioni della Repubblica.
Per riordinare il sistema istituzionale italiano occorre intervenire in modo coerente su tutti i livelli di governo e di rappresentanza democratica con modifiche di carattere strutturale: riduzione del numero dei membri della Camera dei Deputati e istituzione del Senato federale come Camera delle Regioni e delle Autonomie locali; riduzione del numero dei Ministeri e dell’amministrazione periferica dello Stato; dimensionamento delle Regioni per assicurare la competitività dei territori, definizione dei poteri legislativi regionali e rivisitazione delle Regioni a statuto speciale; accesso alla Corte Costituzionale per Comuni, Province e Città metropolitane; dimensionamento delle Province ed istituzione delle Città metropolitane; dimensionamento dei Comuni e disciplina coerente dello forme associative comunali”.
L’UPI, l’ANCI e la Conferenza delle Regioni - si ricorda nell'ordine del giorno - hanno stipulato un patto e avviato un percorso comune per arrivare a proposte condivise di autoriforma e di riordino delle istituzioni territoriali che possono avvenire da subito, a Costituzione invariata.Nell’ordine del giorno si chiede “una modifica del disegno di legge del Governo nel senso di riaffermare la necessità delle Province come livello di governo territoriale previsto nella Costituzione, sia nelle Regioni a statuto ordinario che nelle Regioni a statuto speciale”.