Il Consiglio Provinciale chiede ai Comuni soci di Ataf: "che nella gara per la vendita delle quote di “ATAF Gestioni” si preveda che chi subentra debba effettuare un importante investimento pluriennale sul rinnovo del parco mezzi, che siano messi a punto tutti gli strumenti possibili di garanzia per i lavoratori, che rappresentano un patrimonio decisivo in termini di know how e di capitale sociale del nostro territorio, con l’obiettivo che nessun lavoratore ad oggi occupato e nessuno stipendio sia messo in discussione in questo passaggio, che gli introiti siano reinvestiti nelle strutture e infrastrutture del trasporto pubblico locale, mettendo in campo uno sforzo straordinario per definire un programma di realizzazione di busvie e corsie preferenziali condiviso" Invita la proprietà e l’azienda a: "portare avanti un confronto con le organizzazioni sindacali e con i lavoratori di Ataf sia sugli obiettivi che sulle modalità delle operazioni proposte, a perseguire le necessarie alleanze strategiche rispetto alla gara Regionale, con le altre aziende pubbliche operanti nel settore dei trasporti, al fine di affrontare nel miglio modo possibile il prossimo bando unico regionale sul Trasporto Pubblico Locale". Infine invita la Regione Toscana: "ad adoperarsi affinchè il crono programma e l'osservanza dei tempi rispetto a quelli del Bando di Gara Unico del TPL che presumibilmente uscirà attorno alla metà di Gennaio 2012, siano rispettati. Chiede inoltre ai lavoratori tutti: "la massima disponibilità al dialogo in un momento storico di necessario cambiamento da realizzare in tempi rapidi per il bene dell'azienda (quindi dei lavoratori) e dei proprietari (quindi dei cittadini e dei contribuenti)". Queste le premesse inserite nell'atto della Provincia di Firenze: "Premesso che i tagli del governo Berlusconi al Trasporto pubblico locale fin dal 2010, e che dal 2012 sono previsti in una quantità devastante, vanno a limitare drasticamente il diritto alla mobilità, uno dei principali diritti di cittadinanza; si abbattono in particolare su pendolari, lavoratori e studenti, e sulle fasce sociali più svantaggiate; causano la vera e propria crisi dell’intero settore industriale delle aziende di trasporto Premesso inoltre che la L.R.
29.12.2010 n. 65 “Legge Finanziaria per l’anno 2011” individua un nuovo modello di governo del sistema di trasporto pubblico locale attraverso l’individuazione di un ambito territoriale ottimale coincidente con il territorio regionale e l’esercizio associato delle funzioni concernenti: a) l’espletamento delle procedure concorsuali per l’affidamento dei servizi di trasporto tramite unico lotto di gara; b) la gestione, il controllo, la vigilanza ed il monitoraggio del relativo contratto e delle attività correlate; Considerato che in questo quadro il futuro di Ataf, come quello di tutte le altre aziende di trasporto pubblico, necessita dell’elaborazione di un piano che dia prospettive certe e di lungo termine all'azienda, quindi ai suoi lavoratori, partendo dalla consapevolezza di un consolidato deficit strutturale e dall'assunto che per porvi rimedio non si può più contare sulle finanze dei Comuni proprietari; Tenuto conto che questo vale ancor di più nell'orizzonte della gara unica regionale, partita cui Ataf deve partecipare a testa alta, cosa difficilmente praticabile nell'attuale configurazione; Preso atto che i Comuni soci ritengono che la migliore strada da percorrere, per tutelare tanto i servizi quanto l'occupazione, sia l’ingresso in modo consistente di forti partner industriali specializzati nel Tpl, ai quali affidare la gestione dell'azienda, Rilevato che a tal fine i Comuni soci hanno ipotizzato la suddivisione dell’azienda in due società: “ATAF Gestioni”, la società che dell’azienda madre prenderà la gestione del servizio e quindi quasi tutto il personale e della quale saranno cedute quote (nella misura che i Comuni decideranno) ai privati, e “ATAF Reti”, nella quale sarà conferito il patrimonio aziendale e che rimarrà a totale capitale pubblico; Dato atto che la decisione definitiva spetta ai Consigli Comunali degli enti proprietari che dovranno esprimersi sulla proposta che avanzeranno i Sindaci e le Giunte comunali; Ritenuto tuttavia necessario che tale operazione non si configurarsi come una vendita per fare cassa, ma che debba coniugare il salvataggio dell'azienda con la tenuta e, possibilmente (dipendendo anche dalle risorse statali), il miglioramento del servizio ai cittadini; Ritenuto inoltre che una decisione così importante su una storica e così grande azienda pubblica del nostro territorio debba essere il più possibile ponderata e partecipata, coinvolgendo pienamente tutti i soggetti interessati, comprese le rappresentanze dei lavoratori, nell'analisi della situazione industriale ed economico-finanziaria e nella definizione degli obiettivi e del percorso da realizzare"