Firenze - L’Italia ha il primato negativo in Europa per la bolletta elettrica più costosa a carico delle imprese. I nostri imprenditori, infatti, pagano l’energia il 31.7% in più rispetto alla media UE. A rivelarlo un’analisi condotta dall'Ufficio studi di Confartigianato che evidenzia la Toscana come la 6° regione più penalizzata del paese, con 523 milioni di euro di divario di costi rispetto alla media Ue (dopo Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Lazio). La classifica provinciale vede invece Firenze al 21° posto per il più ampio divario di costi per le imprese rispetto alla media europea, con 110 milioni di euro di gap (al 1° posto Milano con 448 milioni di euro e al 110° ed ultimo l’Ogliastra con 3 milioni). Non buone anche le performance di Lucca (25° posto con 94 milioni di euro di gap) e Livorno (28° posto con 90 milioni).
Meglio vanno Pisa (53° posto e 53 milioni), Arezzo (69° posto e 36 milioni), Prato (72° posto e 34 milioni), Siena (73° posto e 32 milioni), Pistoia (78° posto e 29 milioni), Massa Carrara (88° posto e 23 milioni) e Grosseto (93° posto e 21 milioni). A gonfiare la bolletta energetica delle imprese contribuisce la pressione fiscale che incide per il 22,7% sul prezzo finale dell'elettricità. Anche in questo caso l'Italia detiene il record negativo nell'Ue: le imposte sull'energia ammontano a 31.750 milioni di euro l'anno e sono più alte del 23% rispetto ai Paesi dell'Eurozona.
Questo significa che cittadini e imprese italiane pagano la tassazione sull'energia 6,1 miliardi in più ogni anno rispetto alla media europea. Per abbassare il costo dell'energia, il Presidente di Confartigianato Imprese Firenze Gianna Scatizzi sollecita “riforme strutturali che aprano alla vera concorrenza i settori dell’elettricità e del gas, puntino sull’efficienza energetica e sull’uso di fonti rinnovabili, consentano di ridurre e riequilibrare la pressione fiscale sul prezzo dell’energia che grava soprattutto sulle piccole imprese”.