Chianciano Terme- A rischio le festività del 25 Aprile, Primo maggio e 2 Giugno. Contro la crisi, il Governo ipotizza di accorpare le festività non religiose alle domeniche, calcolando così un risparmio per le casse dello Stato. E anche se per ora si tratta di una proposta, c'è il rischio concreto che i prossimi 25 aprile (festa della liberazione), primo maggio (dei lavoratori) e 2 giugno (della Repubblica), gli italiani vadano a lavorare e i ragazzi a scuola. Niente paura, invece, per Natale, Pasqua e Ferragosto: essendo feste religiose non verrebbero colpite dal provvedimento, come pure Capodanno, Epifania, Lunedì dell'Angelo, Immacolata.
Ma se da una parte, evitando di fermare il Paese per un giorno, lo Stato ci potrebbe guadagnare, l’industria turistica ne trarrebbe solo danni. Il presidente di Terme di Chianciano Sirio Bussolotti esprime un giudizio decisamente negativo, soprattutto perchè si colpisce un'abitudine sempre più in voga che vede molti turisti approfittare dei ponti festivi per fare vacanze brevi con la famiglia. “Questa idea sembra frutto di improvvisazione e di mancato calcolo degli effetti della soppressione delle festività civili sull’economia di intere città a vocazione turistica e termale, come nel caso di Chianciano Terme –spiega Bussolotti – Nonostante la crisi del settore conclamata da anni, nonostante la gravissima crisi economica e la recente crisi dei mercati finanziari, si assiste in questo primo e parziale bilancio di metà stagione, ad una rinnovata attenzione di nuovi turisti nei confronti delle nostre Terme.
Proprio in un momento di crisi, le vacanze alle Terme vengono scelte per i costi abbordabili relativi all’ospitalità alberghiera nonché alle molteplici iniziative culturali, ricreative, ludiche e legate allo “star bene”. Le stesse Terme di Chianciano non aumentano da anni i prezzi: un abbonamento ai parchi termali costa solo 25 euro per 15 giorni ed offre tante opportunità di svago”. Quindi secondo Sirio Bussolotti questa paventata soppressione sarebbe “un altro colpo” all’economia turistica di intere città.
“Auspico pertanto che le forze politiche e sociali e le associazioni di categoria si oppongano all’accorpamento delle festività civili con le domeniche e anzi si facciano portavoce con forza della modifica delle norma”. Per non parlare del fatto che si intende sopprimere festività emblematiche della Repubblica e della democrazia italiane e del valore del lavoro, date che ripercorrono fedelmente le tappe di un cammino faticoso e doloroso. “Basti pensare che il Primo maggio si festeggia in tutto il mondo!” conclude Bussolotti.