Firenze– Questa mattina CasaPound Firenze ha reso omaggio ai franchi tiratori e a tutti i caduti della Repubblica Sociale Italiana depositando una corona di fiori al Sacrario Militare della RSI di Trespiano. A poche ore dal sessantaseiesimo anniversario della caduta di Firenze in mano alleata i giovani della destra fiorentina hanno celebrato la morte di coloro che, fino alla liberazione della città e anche nei giorni successivi, continuarono a mietere vite umane, in nome dell'ideale in cui ancora oggi si ricosce l'azione politica di gente come quella di CasaPound.
Nel 67° anniversario della Liberazione di Firenze, domani 11 agosto 2011, le celebrazioni inizieranno alle 7 con i rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo che suonò nel 1944 per annunciare la liberazione della città. Alle 10.30 di domani l’appuntamento è in piazza dell’Unità Italiana – dove è prevista la deposizione di corone al monumento ai Caduti di tutte le guerre – per partire poi con il corteo diretto a Palazzo Vecchio, dove nel Salone dei Cinquecento il cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze, terrà l’orazione ufficiale.
Le celebrazioni si concluderanno in serata in piazza Signoria, alle 21, con il tradizionale concerto della Filarmonica Rossini. Sarà l’assessore Daniela Scaramuccia a rappresentare la Regione Toscana, mentre la consigliera segretaria dell’Ufficio di presidenza Daniela Lastri rappresenterà l’Assemblea consiliare. “Partecipo alle celebrazioni ricordando il sacrificio di tante donne, uomini e giovani che con coraggio si lanciarono in una grande insurrezione popolare – sottolinea Lastri – che portò alla liberazione di Firenze dal nazifascismo”. Nei giorni scorsi molto si è dibattuto sul ruolo della chiesa fiorentina nei giorni della Resistenza.
Davvero si può considerare “secondaria” la responsabilità dei parroci e dei partigiani cattolici? E quelle del cardinale Elia dalla Costa? “La liberazione di Firenze fu una vicenda complicata, non solo da un punto di vista militare. Le incertezze delle truppe alleate e i convulsi movimenti delle formazioni partigiane fuori e dentro la città, il tiro dei cecchini, i momenti di tensioni per il tentativo di disarmo degli uomini insorti, rappresentano pagine di storia che nella loro complessità rivivono anche nelle polemiche di oggi, spesso inopportune e inutili”.
Con queste parole Giovanni Di Fede, assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, dà notizia della sua partecipazione in rappresentanza della Provincia di Firenze. “Accanto al suono della Martinella di Palazzo Vecchio – aggiunge Di Fede - credo si possano ricordare altri suoni e altri immagini che simboleggiano quei giorni drammatici ed esaltanti. Ad esempio il suono dei pifferi della banda scozzese che, accanto alla delegazione di alti ufficiali alleati, accompagna il corteo funebre di Aligi Barducci, preceduto da un’asta su cui sventolano i resti della camicia rossa insanguinata del comandante Potente.
Nella complessità, nelle tensioni e nelle polemiche di quei giorni, quella cerimonia funebre fu un momento unificante che ebbe il suo sigillo nella partecipazioni dei fiorentini accorsi in massa, nonostante gli spari e le cannonate, a dare l’ultimo saluto al Comandante”. “Credo che ancora oggi – conclude Di Fede – ci sia la necessità di ritrovare quello spirito unificante, come ha ricordato in questi giorni attraverso la stampa l’ANPI con il suo Presidente Silvano Sarti ed insieme a lui il Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Ivano Tognarini.
Non si deve scordare che Firenze fu la prima delle città a liberarsi da sola dal fascismo, non ci fu una fazione in rivolta ma tutto un popolo unito. Questo è l’esempio di una città intera che con orgoglio si ribella e si libera. Fu quella forza che, al di là delle appartenenze, cattolici o non cattolici, comunisti o non comunisti, servì a liberare il Paese dalla schiavitù nazifascista”. Alle 9,30 una delegazione della Giovane Italia Firenze, movimento giovanile del Popolo della Libertà, si recherà assieme al coordinatore cittadino del PdL on.
Gabriele Toccafondi presso il cimitero americano di Falciani, per poi prendere parte, alle 10,30, alla cerimonia ufficiale del Comune di Firenze. La Giovane Italia, i giovani del Popolo della Libertà intendono così simbolicamente ricordare tutti coloro che offrirono la loro vita per liberare Firenze dall’occupazione nazifascista. Se oggi l’Italia è una democrazia lo dobbiamo al sacrificio dei partigiani e dei soldati delle Forze alleate, oltre ovviamente all’impegno e all’abnegazione di molti nostri connazionali.
La libertà e la democrazia sono valori assoluti, doni che abbiamo ricevuto e che abbiamo l’obbligo di preservare. I giovani del Popolo della Libertà si impegnano a mantenere viva la memoria delle lotte per la Liberazione, affinché la pagina buia del regime e dell’occupazione non si ripeta mai più. "Fu una lotta durissima -racconta il Presidente dell'ANPI provinciale, Silvano Sarti- pagata con tante vite di partigiane e partigiani oltre che da tanti cittadini che avevano subito l’occupazione dei nazisti e dei fascisti delle Brigate Nere.
Durante quegli anni Firenze subì persecuzioni, arresti e torture a Villa Triste da quel delinquente comune, Mario Carità nominato comandante dalle Bande Criminali delle squadre dei Repubblichini. Quando il C.T.L.N della Toscana annunciò al mondo che Firenze si era liberata da sola vi fu un’esplosione di gioia e commozione fra tutti coloro che nei propri paesi avevano combattuto nella Resistenza e sconfitto il Nazifascismo. L’ANPI fu costituita una settimana prima di liberare Roma da parte del CNL, elaborando uno statuto dove vennero stabilite le proprie funzioni.
La funzione principale fu di vigilare in difesa della Libertà e della democrazia contro ogni tentativo di ritornare a quei tragici 20 anni di dittatura e sui Governi eletti democraticamente come sarebbe stato poi stabilito nella Costituzione da parte di tutti i partiti politici antifascisti che avevano combattuto il fascismo fin dalla sua nascita e che avevano creato poi le condizioni per abbattere questo regime totalitario organizzando la resistenza e costituendo le Brigate Partigiane. Noi partigiani eravamo convinti che quella guerra e sua la fine avessero convinto il genere umano che la violenza non risolve nessuno dei problemi che producono ingiustizie e disuguaglianze, anzi le aggravano ed estendono i privilegi ad una minoranza.
Oggi 11 agosto 2011 celebriamo la Liberazione di Firenze in un mondo dove ancora guerre, terrorismo e conflitti sanguinosi perdurano e tentano di soffocare i moti di richiesta di libertà e diritti da parte di tanti giovani e popolazioni intere. È una globalizzazione contraddittoria che, senza nuove regole e controlli della comunità internazionale, lascia il dominio alla finanza col risultato che i guasti sovrastano le opportunità. Da Firenze ancora una volta si alza la voce della libertà in ricordo dei tanti martiri che ad essa si sono immolati".