FIRENZE– Fattori come il controllo del peso corporeo dopo la menopausa, la riduzione del consumo di bevande alcoliche, l’aumento di attività fisica possono ridurre il rischio di tumore alla mammella. Sono i risultati di uno studio multicentrico, condotto da ricercatori americani e italiani: per l’Italia, da ricercatori dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica (Ispo) di Firenze, e dell’Istituto di biometria dell’Università di Milano. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of the National Cancer Institute, la prestigiosa rivista dell’Istituto nazionale dei tumori statunitense di Bethesda.
Il lavoro scientifico descrive un nuovo modello per stimare l’impatto potenziale di una serie di cambiamenti dello stile di vita sulla probabilità di sviluppare un tumore al seno. Il modello è stato validato in un ampio gruppo di 10.000 donne toscane, che hanno partecipato allo studio Epic (European Prospective Investigation into Nutrition and Cancer). “Questo studio a cui i ricercatori dell’Ispo hanno dato un contributo determinante – commenta l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – ci dà indicazioni fondamentali sulle strategie da mettere in atto per ridurre il rischio di tumore al seno.
La Toscana risulta all’avanguardia proprio per quel che riguarda la prevenzione dei tumori al seno: nella nostra regione negli ultimi anni la mortalità per i tumori alla mammella si è ridotta del 20% (rispetto a una riduzione nazionale del 13%). Merito delle prevenzione secondaria, ossia gli screening, che vengono fatti in maniera sempre più capillare. Questo studio ci indica che è importante intervenire anche nell’ambito della prevenzione primaria, modificando gli stili di vita”. Nella nostra popolazione, il rischio per una donna di 65 anni di sviluppare un tumore al seno nei 20 anni successivi risulta del 6,5% (65 casi ogni 1.000 donne, circa 1 caso ogni 15 donne).
La modifica dei fattori legati allo stile di vita (alcol, peso, inattività) potrebbe portare a una diminuzione di circa l’1,6%. Questa riduzione può apparire relativamente modesta a livello individuale, ma si tradurrebbe a livello di popolazione generale in una riduzione importante dei casi di tumore: in una popolazione di 1 milione di donne, una riduzione del rischio di circa 1,6% si tradurrebbe in 16.000 casi di tumore in meno. “Le donne toscane – spiega il dottor Domenico Palli dell’Ispo, che ha coordinato lo studio Epic e ha partecipato anche allo studio sul tumore al seno – sono state seguite nel tempo per identificare tutti i tumori e hanno fornito all’inizio del progetto dettagliate informazioni individuali.
La disponibilità di questi dati, insieme a quelli forniti dal Registro Tumori Toscano, hanno consentito la realizzazione del progetto. Oggi – prosegue l’epidemiologo – sappiamo che vi sono fattori potenzialmente modificabili, legati allo stile di vita, che possono influenzare lo sviluppo del tumore al seno, il più diffuso nella popolazione femminile: tra questi, il peso eccessivo in post menopausa, il consumo di alcol e la scarsa attività fisica. E si può ipotizzare che interventi “preventivi” volti a ridurre questi fattori nella popolazione potrebbero tradursi in una riduzione consistente dell’incidenza di questo tumore”.