Iniziano alle 9 e 30 i festeggiamenti per i 130 dalla nascita di Pinocchio, quel lontano 7 luglio 1881 che vide alla stampa il primo episodio delle Avventure più famose del mondo, di un romanzo tradotto in tantissime lingue, secondo solo alla Sacra Bibbia. Eugenio Giani, presidente del Consiglio comunale di Firenze è da tempo un promotore delle iniziative che riguardano la storica figura della letteratura toscana ed è in prima fila dietro agli sbandieratori che animano la mattinata. "Proporrò al sindaco di intitolare questo spazio al primo piano del mercato di San Lorenzo a Carlo Lorenzini che qui vicino è nato, anche se poi ha adottato lo pseudonimo di Collodi come il paese di sua mamma, ma Pinocchio è nato qui, è nostro ed è giusto tutelarlo e ricordarlo con i festeggiamenti odierni e con il Convegno previsto in Palazzo Vecchio per celebrare anche la figura del giornalista e scrittore Lorenzini, che riposa nel cimitero delle Porte Sante dove ancora oggi i turisti lasciano un pensiero legato alla figura del burattino" Sopra, al primo piano rispolverato si festeggia, mentre al piano sottostante le facce dei commercianti sono piuttosto scure.
C'è chi si preoccupa per l'esito imminente del ridimensionamento di San Lorenzo sul quale è in corso la concertazione con Palazzo Vecchio e gli operatori non si sbottonano troppo limitandosi a comenntare "Tristi, siamo tristi, sembra il ballo sopra la cassa del morto". Una dichiarazione che non può lasciare indifferenti e che merita un approfondimento. "Lo spazio sopra è enorme - spiegano alcuni commercianti - e già adesso con gli sbandieratori sembra che sia parzialmente vuoto, se fai un evento simile lo devi programmare bene..
e poi? Poi quando tutti saranno scesi cosa accadrà? Noi non possiamo starci ed i nostri colleghi dell'ortofrutta sono stati sfrattati fuori" "Vergognoso e scandaloso quel che è successo - sottolinea un commerciante del mercato ortofrutticolo - qui sotto patiamo il caldo, i frigoriferi che sono a nostre spese creano ancora più caldo, i clienti entrano e scappano via. E' inspiegabile questa volontà di tenerci fuori. La proposta era di accettare il trasferimento per poi ritornare al nostro posto, siamo usciti e qui restiamo.
Non si fa così" La paura di veder sparire il ruolo commerciale della zona è tanta, ma non tutti vogliono parlare. "Siamo tristi" dice una operatrice "ma non fatemi parlare che già ho avuto il controlo dei NAS, e poi altrimenti parlo io e sembra che sia solo io contro il sistema". Sono parole forti, se qualcosa non funziona sarebbe giusto parlarne e portarlo a conoscenza di tutti, lo avrebbe suggerito anche il buon Lorenzini il cui spirito da giornalista non lo ha mai abbandonato. "Adesso ci ascoltano, hanno fatto il tavolo..
vedremo se ci ascoltano - evidenzia un operatore presente agli incontri con l'Amministrazione - ma siamo stati costretti anche a pregarli che nell'ex-Apollo e nella nuova Sant'Orsola non ci facciano Centri Commerciali o Slow Food come invece sembra, perché a quel punto non sappiamo cosa diventerà San Lorenzo" "A me dispiace, dispiace vedere come e dove siamo finiti, io che ho visto il vero mercato" conclude un anziano del mercato che tra due anni ha deciso comunque di finire l'attività e di sperare che le prossime generazioni trovino il modo di andare avanti. Andrea Barducci, presidente della Provincia, a margine del Convegno su Pinocchio in Palazzo Vecchio: "Mi auguro che dal confronto scaturisca la riqualificazione necessaria della zona.
Capisco le preoccupazioni dei commercianti, ma non entro nella titolarità dell'argomento che è propria del Comune. Per parte mia non abbiamo in programma la realizzazione di attività commerciali invasive o invadenti. Il quartiere è già dotato di Bar, Ristoranti.. ha una rete commerciale di primo ordine. Occorre piuttosto ridestinare le strutture disponibili alla funzione pubblica e ad un miglioramento della vivibilità, non è il caso di Sant'Orsola ma servirebbe soprattutto riportare la residenza, perché un centro vive se ci sono tante persone che ci abitano, solo questo è un segno di rivitalizzazione". di Antonio Lenoci