Un agente di polizia penitenziaria in servizio è stato aggredito da un detenuto, che gli ha gettato addosso dell'olio bollente. E' avvenuto giovedì pomeriggio nel carcere di Ranza ai danni di un agente della polizia penitenziaria, aggredito da un detenuto con il lancio di olio bollente, provocandogli ustioni di primo grado guaribili in 15 giorni. L’episodio è stato denunciato dal sindacato Fp-Cgil di Siena che giovedì 30 giugno ha organizzato un sit-in di protesta nel Piazzale Martiri Montemaggio di San Gimignano per denunciare la situazione di difficoltà in cui si trova ad operare la polizia penitenziaria in servizio nel carcere di San Gimignano. “L’aggressione di giovedì scorso al carcere di Ranza è l’ennesimo episodio grave che conferma che le nostre preoccupazioni sono fondate”.
Con queste parole Susanna Cenni, deputata Pd, commenta il grave episodio di violenza “Esprimo nuovamente tutta la mia profonda preoccupazione – continua Cenni - circa la grave situazione che riguarda il carcere di Ranza. Preoccupazioni che sono state oggetto di confronto assieme al neo direttore, Anna Maria Visone, durante un incontro svolto non piu di dieci giorni fa. Il tema delle difficoltà dell’istituto di pena è stato ripetutamente posto all’attenzione del Ministro e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria senza che ci siano stati impegni per risolvere le drammatiche condizioni in cui versano detenuti e personale.
Una situazione che mi sono impegnata ad affrontare nel corso di un incontro già programmato con Maria Pia Giuffrida, direttrice del DAP Toscana che vedrò nei prossimi giorni". La situazione a Ranza (San Gimignano). “La situazione del carcere di Ranza – denuncia Cenni – è come noto insostenibile ed è stata più volte denunciata dalle istituzioni locali, dalle organizzazioni sindacali e dal DAP della Toscana. Le iniziative parlamentari in materia sono state numerose ma ad oggi non hanno ottenuto azioni risolutive da parte del governo e dei ministeri competenti.
L’istituto vive una drammatica situazione determinata dalla carenza di personale, stimata oggi intorno al 40% di quello previsto - a fronte di una pianta organica di 233 unità sono solo 135 i lavoratori- dal sovraffollamento dei detenuti, che sono circa il doppio del livello tollerabile, e da una serie di problematiche ancora irrisolte di carattere ambientale ed igienico sanitarie, presenti da alcuni anni nella struttura. Negli ultimi anni, inoltre, si sono registrati gravi e ripetuti episodi di autolesionismo, tentativi di suicidio e di evasione che non si sono trasformati in tragedie solo grazie all’alto senso di responsabilità del personale, che svolge turni ben superiori al normale orario”.
“Da quattro anni – conclude Cenni - la casa di reclusione non ha un direttore stabile, elemento che non aiuta a fronteggiare la situazione di emergenza nella quale si trova. Nonostante l’impegno da parte delle istituzioni locali per risolvere la questione, ritengo che sia indispensabile che il Ministero della Giustizia dia alcune risposte risolutive in merito alla situazione di carenza del personale, all’assegnazione di una direzione stabile per l’istituto e all’intervento sulla situazione della rete idrica del carcere.
Sia a livello locale che a livello nazionale la questione delle carceri è delicata e richiede impegno e dialogo tra le varie istituzioni, per questo mi auguro che l’incontro con la dirigente del Dap serva da impulso e che le ragioni espresse dai sindacati delle forze di polizia non rimangano inascoltate ”.