Il Ministero, dopo aver deciso di mettere ordine negli appalti di pulizia, ha deciso di rimangiarsi la direttiva del dicembre scorso e di concedere la proroga dei contratti attualmente in vigore. Esultano le associazioni degli imprenditori, un po’ meno le scuole e i genitori. La notizia, diffusa dall'Associazione Genitori A.Ge. Toscana, è che nella sola provincia di Firenze gli appalti di pulizia costano 5,5 milioni di euro l’anno, mentre assumere i 200 bidelli mancanti costerebbe solo 4,5 milioni.
Il servizio poi non è dei migliori e c’è il problema della sorveglianza, che spetta ai bidelli e che con i tagli del prossimo anno scolastico non potrà essere sempre garantita. Tutto nacque nel 1999, quando i servizi di pulizia transitarono allo Stato e con essi i contratti che comuni e province avevano stipulato con le imprese di pulizia. La situazione era abbastanza frammentata e si stabilì di abbattere il 25% dell’organico dei collaboratori scolastici in quelle scuole che avevano il servizio in appalto (66 in provincia di Firenze, 227 nell’intera Toscana, circa 4.000 su un totale di 10.500 a livello nazionale), indipendentemente dal fatto che si trattasse solo di poche ore la settimana o di tutti i locali scolastici. Fu così che si creò una situazione di diseguaglianza fra le scuole, perché, come rileva Tuttoscuola, ci fu chi a fronte del taglio di un singolo bidello ebbe un contratto da 5mila euro e chi invece da 105mila, una situazione che è andata avanti per ben dodici anni.
Adesso il Ministero pareva intenzionato a dare a ciascuno il suo, finanziando l’equivalente del costo di un bidello per ogni posto soppresso e investendo ciascuna scuola della responsabilità di fare la gara d’appalto, ma il 14 giugno, dopo due giorni di serrato confronto con le imprese e i sindacati, ha fatto un subitaneo marcia indietro, rinnovando l’ingiustizia e lo spreco. “Non si vede perché si debba perseverare in una scelta che ha scontentato quasi tutti e che determina un grande spreco di denaro pubblico –dichiara Rita Manzani Di Goro, presidente dell’Associazione Genitori A.Ge.
Toscana- Le imprese possono pulire uffici, caserme e industrie; il personale può essere riassorbito nelle graduatorie dei bidelli, ma i nostri figli hanno bisogno di una valida ed adeguata sorveglianza e le scuole fiorentine di quel milione di euro l’anno che dovrebbe essere reinvestito a favore della didattica”. Da notare che per legge le scuole non sono obbligate a tenere la ditta di pulizie ma “possono deliberare l’affidamento in appalto dei servizi di pulizia dei locali scolastici, a condizione che si apporti una riduzione della dotazione organica di istituto” (L.
449/97 e L. 289/02). Vige infatti l’autonomia scolastica e quello del Ministero è un vero e proprio abuso visto che, come rileva lo stesso Ministro nella Direttiva 103/10 “a legislazione vigente non è prevista alcuna proroga agli anni 2011 e/o seguenti delle attività di pulizia”. Per colmo di beffa, è sempre il Ministro nella sua Direttiva a commentare: “circa 6.000 istituzioni scolastiche statali sul totale di oltre 10.000 hanno assicurato, nell’anno scolastico 2009/10, le funzioni tipiche dei collaboratori scolastici mediante il solo ricorso al personale dipendente del Ministero dell’istruzione, avvalendosi dell’organico loro assegnato, senza che si riscontrassero difficoltà nell’assicurare dette funzioni”. Per i genitori eletti nei Consigli di circolo/istituto alle prese con tagli all’organico e ai finanziamenti è disponibile un servizio gratuito di informazione, monitoraggio e coordinamento dell'Associazione Genitori A.Ge.
Toscana (info@agetoscana.it – 328 8424375).