“Serve un piano casa del governo che parta dai bisogni reali delle persone”. Lo ha detto l’assessore e responsabile nazionale della Consulta casa dell’Anci Claudio Fantoni (che ha sottolineato la fattiva e utile collaborazione sia a livello locale che nazionale coi sindacati degli inquilini) all’assemblea regionale del Sunia che si è svolta nella sede della Camera del Lavoro in Borgo de’ Greci. “Esistono – ha aggiunto l’assessore Fantoni – più piani casa che però poco hanno a che vedere con le fasce più deboli ella popolazione.
Spesso, infatti, servono piuttosto a rilanciare il settore dell’edilizia, un settore molto importante perché in questo operano numerose imprese che danno lavoro a tante persone occupate, ma non confondiamoci: un conto è giustamente rilanciare un settore in crisi, un conto è venire incontro a esigenze di fasce deboli di cittadini rispetto al problema dell’abitare. Un piano casa che si rispetti parte dell’osservazione, verifica i bisogni e mette in campo riposte adeguate”. L’assessore Fantoni fa un appello alla politica per chiedere nuovamente al Governo la convocazione di un tavolo sul tema dell’abitare: “Più volte come Anci, ma anche le regioni e i sindacati, abbiamo chiesto al Governo di aprire un tavolo di concertazione sulle politiche abitative, ma non è stato mai convocato.
Se, ad esempio, guardiamo all’edilizia residenziale pubblica, le cosiddette case popolari, dobbiamo prendere atto che siamo di fronte alla dismissione di questo sistema. Un sistema che necessita di essere riformato ma che ora rischia semplicemente di essere abbandonato senza che venga sostituito da nuove ed idonee politiche ed il risultato è che ad essere abbandonata è un’intera fascia della popolazione, quella che più ha bisogno”. “Il fatto è che il tema della casa – ha detto ancora l’assessore Fantoni – sembra essere al centro dell’agenda politica solo in prossimità di consultazioni elettorali o per ragioni propagandistiche.
Viene tirato in ballo da più parti e in modo demagogico, ma è difficile vedere fatti concreti. Dal punto di vista del Governo centrale voi sapete che dalla fine degli anni novanta non c’è più accantonamento sistematico di risorse per l’edilizia residenziale pubblica. Si stima che sarebbero necessari almeno un miliardo e mezzo di euro l’anno per dare una risposta a tutte le famiglie nelle graduatorie. A fronte di questo bisogno oggi ci sono invece circa 200 milioni di euro per l’erp. Ma in realtà sono risorse che ci trasciniamo dal Governo Prodi e quindi molte meno e assolutamente insufficienti. Quindi niente, rispetto al fabbisogno presente.
Carenza di politiche in atto se non quella delle dismissioni. Come per il contributo a sostegno della locazione, partito con 360 milioni di euro e che ora è a circa 30 milioni. Uno strumento previsto per legge che di fatto viene liquidato”. “La sensazione - ha sottolineato l'assessore - è che si stiano concretamente abbandonando le politiche di sostegno per le fasce più deboli per le quali non bisogna scivolare in un assistenzialismo irresponsabile ma verso le quali non è possibile mancare di offrire un supporto responsabile e cogliere la grande occasione che abbiamo davanti: a Firenze, come in altre città, è dimostrato che con le politiche di edilizia sociale, oltre a dare risposte ai cittadini in difficoltà (abbiamo assegnato circa 500 alloggi da inizio legislatura.
Un numero che non soddisfa la richiesta ma che rappresenta un incremento di almeno un 40% rispetto a periodi passati), possiamo fare crescere e sviluppare in modo sostenibile la città. L’edilizia pubblica ad alta efficienza energetica di via Canova, viale Giannotti, l’importante progetto di via Torre degli Agli sono un esempi concreti che vanno in questa direzione. Così come lo è il pregevole recupero dell’ex carcere Le Murate per cui, senza occupare nuovo suolo, oltre 70 famiglie hanno la possibilità di vivere nel centro di Firenze e in un contesto di pregio nel quale, oltre alla residenza, sono presenti diverse funzioni di pregio con particolare attenzione alla cultura e alla creatività”. “I comuni possono quindi fare molto ma non devono essere lasciati soli.
Occorre una rinnovata attenzione da parte del Governo con il quale è prioritario partire dal trasferimento dei beni demaniali dismessi come le caserme e una piena collaborazione con le Regioni", ha concluso l’assessore Fantoni