E' accaduto nel carcere delle Sughere di Livorno. Un tunisino di 27 anni che soffriva da tempo di crisi depressive dovute alla perdita del padre, è stato rimproverato ordinandogli di tornare nel proprio reparto. Lo straniero ha quindi colpito ripetutamente l'agente con delle forbicine, ferite al collo e al costato, medicate con quattro punti di sutura. "Il libero sindacato appartenenti alla polizia penitenziaria dice basta con questa violenza ai danni dei poliziotti penitenziari" Una nota della Segreteria Generale del LiSiAPP Libero sindacato appartenenti alla polizia penitenziaria, che ha chiesto misure "veramente" punitive per i detenuti che negli istituti penitenziari aggrediscono gli agenti o provocano risse così da fermare questa continua ed ingiustificata violenza a danno dei rappresentati dello Stato. "L'episodio è gravissimo ed inaccettabile - recita la nota del LiSiAPP - tanto che il sottufficiale di polizia ha riportato gravi ferite sul corpo in più si tratta dell'ennesimo grave episodio di tensione a danno di appartenenti alla polizia penitenziaria in un carcere italiano.
Ora Basta! Bisogna contrastare con fermezza questa ingiustificata violenza in danno dei rappresentati dello Stato in carcere e punire con pene esemplari chi li commette. Servono, affermano dalla Segreteria Generale provvedimenti veramente punitivi per i detenuti che in carcere aggrediscono gli agenti o provocano risse: mi riferiscono alla necessità di introdurre un efficace isolamento giudiziario ed una esclusione dalle attività in comune che punisca i comportamenti violenti. E sarebbe anche l'ora che in Italia, in analogia a quanto avviene ad esempio in America, i detenuti indossassero in carcere tutti una divisa e si potesse eventualmente contenerli anche nelle sezioni detentive con manette e catene.
In una situazione di emergenza, come è quella attuale, servono provvedimenti straordinari". "Nell’ultimo mese, sono cinque gli episodi di aggressione al personale con alcuni di essi come l’ultimo caso molto grave. Nonostante ciò i nostri agenti sottolineano dal LiSiAPP lavorano ogni giorno, nel silenzio e tra mille difficoltà ma con professionalità, umanità, competenza e passione nel dramma delle sezioni detentive degli istituti penitenziari italiani. A questo si aggiungono numerosi episodi di tentativi di suicidio e atti di autolesionismo dei detenuti sventati dal personale di polizia". Infine conclude la nota "Servono con urgenza nuovi agenti, nuovi impegni e una concreta presa di posizione da parte delle istituzioni.
Servono fatti reali, altrimenti il sistema implode su se stesso e a pagare sono gli operatori di polizia penitenziaria sempre e unici in prima linea"