L’Organizzazione Comune del Mercato del vino - OCM vino (Reg. CE n. 479/2008 e successivi) porta con sé una serie di misure imposte dalla Commissione Europea, alcune delle quali non ancora entrate in vigore ma previste a partire dai prossimi anni. Una delle più significative è l’eliminazione, a fine 2015, dei diritti di impianto. Con questa misura la Commissione ha rivoluzionato il sistema delle regole di gestione dei vigneti, finora sottoposti a vincoli in base a criteri economici, liberalizzando gli impianti per tutti i tipi di vino e creando, di fatto, le premesse per una crescita indiscriminata delle produzioni, anche per le DOC.
Gli effetti della eliminazione dei diritti di impianto, che esistevano per la Francia dal 1953 e per gli altri Paesi europei dal 1976, potrebbero essere devastanti, con probabili aumenti delle superfici vitate, solo per citare alcuni esempi, per la Cotes-du-Rhone da 61.00 ettari a 120.000 ettari, per la Roja da 60.000 a 350.000 ettari, per il Chianti da 17.000 a 35.000 ettari. Scenari che preoccupano i massimi esponenti nazionali del settore vitivinicolo europeo, che il prossimo giovedì 26 maggio (ore 10.00) si incontreranno all’Accademia dei Georgofili per una riflessione condivisa sulla questione attraverso un dibattito che sarà animato dalla relazione di Riccardo Ricci Curbastro, Presidente EFOW (European Federation of Origin Wines – Bruxelles) e Presidente FEDERDOC (Federazione Italiana Consorzi Tutela vini DOC), e dagli interventi di Fernando Prieto-Ruiz, Presidente della CECRV (Conferencia Espanola de Consejos Reguladores Vitivinicolas - Madrid) e Vice-Presidente EFOW; Pascal Ferat, Membro della CNAOC (Confédération Francaise des Producteurs des Vins AOC) e Presidente del “Syndicat Général des Vignerons de la Champagne”.
Un board d’eccezione che si esprime da tempo in sede europea attraverso la EFOW, l’associazione nata per rappresentare, tutelare e promuovere i vini europei con denominazione di origine e indicazione geografica all’interno della Comunità e nel mondo. Ricci Curbastro è preoccupato per le prospettive del settore: “La liberalizzazione totale dei diritti di impianto dal 2016 avrebbe conseguenze drammatiche sul settore dei vini di qualità, tra cui sovrapproduzioni e conseguenti crolli dei prezzi, delocalizzazioni e perdita dei posti di lavoro, industrializzazione del prodotto e perdita della qualità; già l’abbassamento del valore patrimoniale dei terreni è in atto”.
Egli ringrazia il Presidente dell’Accademia dei Georgofili, Franco Scaramuzzi, per avere aperto le prestigiose porte dell’Accademia al dibattito internazionale sulla questione ed il Consorzio Vino Chianti Classico per il prezioso supporto allo sviluppo di questa importante giornata di lavori. “Questo incontro – anticipa Ricci Curbastro – è l’occasione per stimolare le coscienze e trovare la soluzione al problema, che non può non passare per il ripristino dell’importante strumento di controllo e gestione del potenziale produttivo che è quello dei diritti di impianto”.
Le conclusioni dei lavori saranno tratte da Giuseppe Aulitto, Direttore Generale della D.G. Politiche Comunitarie ed Internazionali di Mercato del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. L’incontro è aperto a tutti e in particolar modo ai Consorzi di tutela e aziende collegate, le più interessate alla questione.