“I grandi cambiamenti non sono mai eventi. Se vogliamo ricostruire un ritmo adeguato tra lavoro e riposo , se vogliamo ridare valore al lavoro e dignità alla persona ci aspetta un cammino lungo. La Toscana farà la propria parte a cominciare dall’iniziativa di legge sul lavoro nei giorni festivi che presenteremo la prossima settimana”. E’ quanto ha detto oggi il presidente Enrico Rossi intervenendo all’iniziativa “La festa non si vende” organizzata al Palazzo degli Affari di Firenze dalla Filcams-Cgil e conclusa dalla segretaria generale Susanna Camusso. “Avenzeremo questo proposta – ha proseguito il presidente – anche se la normativa nazionale non ci lascia molti spazi.
E lo faremo per dare un aiuto ai sindaci a governare il problema. Oggi ci vuole un vademecum per capire chi apre e chi chiude, e questo altera la libera concorrenza. Non c’è di peggio per un sindaco, che vedere il sindaco della località confinante rilasciere i permessi”. “Ci vuole una regolamentazione, in primo luogo per quelle feste, religiose e laiche, che hanno un valore indentitario, che danno una idea di chi siamo. Pasqua e Natale sono feste sacre, e poi il primo maggio e il 25 aprile.
Soprattutto abbiamo bisogno di far crescere una opinione tra la gente, di recuperare sul piano culturale. Si è costruita una ideologia per cui consumo e profitto stanno sopra il valore del lavoro e la dignità della persona. Una ideologia liberistica, economicista e profondamente egoista. Nel 1996 il referendum decretò che il 65% dei votanti era contrario alla liberalizzazione. Da allora c’è stato un forte regresso”. Il presidente Rossi ha citato esperienze europee: “E da noi chi difende – ha proseguito – le buone tradizioni religiose e socialdemocratiche? Noi doabbiamo lanciare una sfida culturale su questo terreno.
La scansione lavoro/riposo non fa male a nessuno e se ci sono regole certe non dan neggia nemmeno la grande distribuzione. Dal 2007 al 2009 il reddito delle nostre famiglie è calato di 1,3 punti. Se non c’è ripresa produttiva, se non c’è sviluppo e redistribuzione della ricchiezza è difficile che i consumi possano ripartire. Dobbiamo frenare questa rincorsa – ha concluso il presidente Rossi – fare della concertazione un fattore più cogente, non una mera consultazione, e soprattutto affrontare una battaglia politica e culturale per ridare valore al lavoro”