Firenze, 18 marzo 2011– Volete sapere come Dante abbia studiato il volo dei Demoni gettando dei galli nella Valle dell’Inferno presso Moscheta, o perché l’acqua di Fontebranda fece impazzire i senesi? Quali sono i ponti costruiti dal Diavolo o dove morì Totila, re degli Ostrogoti? E ancora, perché il grande Giovanni Boccaccio fu un mago e qual è la storia del Gallo Nero? Le risposte a queste domande sono celate nello sterminato corpus di miti e leggende toscane, che l’esperto di folklore Carlo Lapucci ha raccolto nel volume Le leggende della terra toscana (Sarnus, pp.
640, euro 24,00), in libreria dal 1° aprile. Frutto di un lunghissimo e faticoso lavoro, unito a un grande amore per quello che c’è di più vivo e attuale nello spirito popolare, il libro costituisce un affresco di tutto il leggendario toscano, un lavoro che per di più non era stato mai tentato prima. La raccolta è anzi la più vasta e minuziosa mai realizzata, e contiene i testi rilevanti, esplicati, studiati, interpretati storicamente, antropologicamente e letterariamente. E rivela quale ricchezza sterminata di risorse fantastiche costituisca il patrimonio di questa regione che presenta tutti gli aspetti del leggendario: da quello delle Alpi Apuane, a quello del mare lungo la costa tirrenica e dell’Arcipelago toscano, a quello dei monti dell’Appennino, dei laghi, dei fiumi, delle campagne e delle foreste, perfino di zone vulcaniche come l’Amiata.
In più le storie segrete di geni dell’arte, della scienza, della politica, degli eroi popolari, oscuri quanto splendidi nei loro gesti divenuti leggendari, sono studiate in un ampio saggio introduttivo. Un testo da consultare o leggere d’un fiato, per conoscere qualcosa di unico sulla nostra storia: perché la leggenda rivela, a chi la sa leggere e decifrare, ciò che nessun altro documento conosce, anche perché spesso è una voce più antica della storia: un nucleo di simboli, metafore, allusioni in cui si annodano in sintesi le voci talvolta univoche, talvolta discordanti dei popoli. Gherardo Del Lungo