Firenze – All’unanimità il Consiglio regionale chiede alla Giunta di valutare una previsione di quote sanitarie aggiuntive, per dare una risposta ai molti familiari di persone non autosufficienti che sono costretti ad anticipare non solo la quota sociale ma anche quella sanitaria per il ricovero dei loro cari nelle residenze sanitarie assistite. L’assemblea toscana ha approvato una mozione, presentata da tutti i capigruppo di maggioranza (Monica Sgherri – Fed Sin Verdi, Pieraldo Ciucchi – Gruppo Misto, Marta Gazzarri – Idv, Vittorio Bugli – Pd) nella quale si chiede anche di rivedere le regole di accesso alle liste per le residenze sanitarie assistite, di garantire una gestione trasparente delle stesse liste con adeguate forme di comunicazione e pubblicazione e di chiedere in sede di Conferenza Stato-Regioni l’inserimento dei ricoveri in Rsa tra i Livelli essenziali di assistenza, con conseguente copertura economica.
E’ stata Monica Sgherri ad illustrare il testo, sottolineando in particolare la situazione critica dell’area fiorentina, dove le liste di attesa hanno già raggiunto la cifra di oltre 370 persone. Secondo Marco Carraresi (Udc) il problema vero non è tanto della trasparenza nella gestione delle liste, dove spesso gli scavalcamenti avvengono sulla base di “codici rossi”, ma nell’assicurare l’erogazione delle quote sanitarie. “Se non sono disponibili più quote – ha affermato – le liste non vengono ridotte”.
Per questo, insieme al collega Giuseppe Del Carlo, ha presentato anche una propria mozione più specifica su questo punto, che però è stata respinta dall’aula. Hanno infatti votato a suo favore solo i colleghi di Lega Nord e PdL. “Clamoroso – ha commentato Carraresi -. La maggioranza di centro sinistra in Consiglio regionale esprime voto contrario su una mozione che, prendendo spunto dalla drammatica situazione di tanti anziani non autosufficienti in lista di attesa per un posto in una residenza sanitaria assistita, chiedeva alla Giunta regionale di assegnare all’Azienda sanitaria di Firenze, ed alle altre in simili difficoltà, un ulteriore numero di quote sanitarie aggiuntive per RSA finalizzate all’abbattimento delle attuali inaccettabili liste di attesa, obiettivo peraltro già previsto negli atti di programmazione socio-sanitaria approvati dal Consiglio regionale.
Con un simile voto negativo –a cui si è aggiunta l’astensione del gruppo dei Verdi-Rifondazione comunista, che equivale a voto contrario- si è così negato ancora una volta quel riconoscimento che è stabilito nelle stesse normative regionali, che prevedono in novanta giorni il tempo massimo per attivare le prestazioni previste nel Piano di Assistenza Personalizzato (PAP) da parte dell’Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM), garantendo così tempi certi e prefissati per l’erogazione delle prestazioni stesse”. “La situazione grida allo scandalo” ha affermato Stefano Mugnai (Pdl), che ha invitato la Giunta regionale a “tradurre quanto prima il contenuto della mozione in atti amministrativi concreti”.
“Capisco il richiamo di Carraresi – ha osservato Marco Manneschi (Idv) – ma occorre un ripensamento complessivo sulle tipologie delle strutture per l’accoglienza delle persone più deboli e fragili, con una migliore integrazione tra pubblico e privato, in modo da favorire la permanenza in famiglia e ridurre il ricorso al ricovero”. “Il punto fondamentale è costituito dalle risorse – ha dichiarato Gian Luca Lazzeri (Lega Nord) -; prendiamole da altri settori, evitiamo di tenere in piedi strutture non essenziali, e mettiamole lì”.