“La sentenza della Corte europea di giustizia del 27 gennaio scorso ha dato ragione alle piccole e medie imprese del comparto design, alcune delle quali si trovano in Valdelsa, affermando che il diritto d’autore non può essere invocato per le opere di disegno industriale che erano di pubblico dominio prima del 2001. Il Pd ha presentato nei giorni scorsi una nuova interrogazione nella commissione competente, per chiedere al ministro dello sviluppo economico Romani quali provvedimenti urgenti intenda prendere per adeguare la norma alle chiare indicazioni della sentenza e salvaguardare i livelli produttivi ed occupazionali delle imprese del settore”.
Susanna Cenni, deputata senese del Pd, interroga nuovamente il Governo, che aveva modificato il codice della proprietà industriale mettendo in grave difficoltà le tante aziende di mobili di design presenti in Valdelsa, che danno lavoro a centinaia di persone. L’interrogazione è sottoscritta dal deputato senese Franco Ceccuzzi e dai colleghi Nannicini, Froner e Fluvi. “La sentenza della Corte di giustizia europea – continua Cenni – è molto chiara sul caso. Già nei giorni scorsi la Regione Toscana ha scritto al ministro Romani chiedendogli di attivarsi.
Bisogna porre rimedio al grave pasticcio causato e prendere atto delle novità intervenute, permettendo alle aziende di continuare a produrre quegli oggetti di disegno industriale per arredamento che sono stati considerati di ‘pubblico dominio’ fino a pochi mesi fa. Ad oggi il Governo non ha emanato alcun provvedimento utile, né ha fornito risposte soddisfacenti. Occorre agire tempestivamente, senza perdere altro tempo. Il decreto del Governo, introdotto con un emendamento della Lega Nord volto a favorire alcune grandi aziende del nord Italia a scapito di tante piccole e medie imprese, ha gettato nel caos un intero comparto, provocando numerose cause giudiziarie che stanno coinvolgendo le aziende di tutto il Paese.
Ora la sentenza della Corte europea di giustizia fa fallire il disegno leghista, costringendo il Governo a fare un passo indietro. L’entrata in vigore delle nuove disposizioni aveva causato nei mesi scorsi il blocco della fabbricazione di oggetti di design per molte aziende e la perdita di ingenti investimenti su macchinari, oltre alla necessità di riconvertire la produzione. Il rischio concreto è quello del ridimensionamento o del fallimento di numerose aziende del settore – conclude Cenni – e conseguentemente la perdita di migliaia di posti di lavoro”.