Non potevano mancare le pagine pirandelliane all'antologia di classici che si avvicendano sul palcoscenico della Pergola, dopo il Don Chisciotte e dopo il conterraneo Giuseppe Tomasi di Lampedusa ecco le pagine di Uno, nessuno e centomila adattarsi alla scena per mano di Giuseppe Manfridi e per la regia di Giancarlo Cauteruccio. Lo spettacolo accompagna con le sue repliche tutta la settimana del progetto il Teatro italiano nel mondo di Maurizio Scaparro, fermandosi solo in occasione della Notte italiana il 16 marzo, ed è al centro dell'incontro del 14 marzo alle 17.30 con Giancarlo Cauteruccio, Alessandra Levantesi e Giuseppe Manfridi, al Teatro della Pergola, ad ingresso libero, nel giorno inaugurale del progetto. Con Uno, nessuno e centomila, Cauteruccio affronta per la prima volta la scrittura pirandelliana, scegliendo un romanzo.
L’adattamento teatrale è di Giuseppe Manfridi e l’interprete principale è Fulvio Cauteruccio nel ruolo di Vitangelo Moscarda, affiancato da Monica Bauco, l’amante Anna Rosa, e dalla giovane attrice Laura Bandelloni, la moglie Dida; gli altri ruoli sono presenze incorporee, le voci off di Irene Barbugli, Roberto Gioffré, Riccardo Naldini, Carlo Salvador, Tommaso Taddei. L’idea registica evidenzia la tematica del fallimento esistenziale e Cauteruccio vira la messinscena verso Samuel Beckett, l’autore-guida del suo teatro negli ultimi venti anni. La scena, firmata da Loris Giancola, è un luogo metafisico abitato da voci ed oggetti.
Fulvio Cauteruccio si muove in un labirinto di sedie dislocate su una scala-altare in cima a cui troneggia, immersa in un buco fino alla vita, il suo alter ego, Anna Rosa, molto prossima alla Winnie di Giorni felici. Dida è una giovane donna che Manfridi descrive come un “simulacro di erotica mondanità”. La discesa nel profondo del protagonista, la sua lucida follia, il suo parlare pensato lo conducono alla totale dissipazione di sé, e l’immagine finale dello spettacolo lo vede interrato fino al collo.
Ad officiare tutto il rito c’è uno specchio, occhio indagatore, che diviene simbolo dell’indeterminatezza della realtà. La storia dell’ ”umoristico antieroe della modernità”, viaggio amaro ed ironico dentro l’animo umano e la pena di vivere, da molti definito il “romanzo della solitudine dell’uomo”, fornisce l’occasione ai fratelli Cauteruccio di far convergere in quest’opera tutta la visionarietà, la fisicità, il rapporto tra corpo e spazio che negli anni hanno analizzato e sviluppato nelle più diverse direzioni, ricomponendo in qualche modo la coppia di Hamm e Clov di Finale di partita. Orario spettacoli: dal martedì al sabato: ore 20.45, domenica: ore 15.45 Prezzi biglietti interi: Platea: € 27 + € 3 (diritto di prevendita) € 30 Posto Palco: € 20+ € 2 (diritto di prevendita) € 22 Galleria: € 13,00 + € 2 (diritto di prevendita) € 15 A lato una immagine tratta dalo spettacolo.
Foto Ridolfi