Firenze- “Se non ora quando?”, elette, attrici e rappresentanti istituzionali lanciano la manifestazione di domenica 13 febbraio: Agostini, Giuliani, De Zordo e Giocoli insieme alla senatrice Franco, assessori, consigliere comunali e provinciali, e una folta rappresentanza del mondo dello spettacolo e dell’associazionismo stamani in Palazzo Vecchio. La presidente della commissione Pace Susanna Agostini, la presidente della commissione Pari Opportunità Maria Federica Giuliani, la senatrice Vittoria Franco ma anche assessori comunali e consigliere comunali e provinciali, accanto a rappresentanti del sindacato, dell’associazionismo e del mondo dello spettacolo, hanno lanciato questa mattina a Palazzo Vecchio l’appello ad aderire alla manifestazione “Se non ora quando?”, che si svolgerà a Roma e in moltissime città italiane domenica prossima, 13 febbraio, per “difendere non solo la dignità delle donne ma di tutta l’Italia davanti ai comportamenti del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, di cui chiediamo con forza le dimissioni”, ha notato la senatrice Franco. Agostini e Giuliani hanno sottolineato lo spirito collettivo dell’appello lanciato dalla sede comunale.
“Un appello trasversale per dire tutte, e tutti, ‘ci siamo’. Oltre alla manifestazione di Roma, anche qui a Firenze sarà possibile partecipare, in piazza della Repubblica” hanno detto le due presidenti di commissione, che hanno aggiunto: “non vogliamo né giudicare le donne né andare contro gli uomini, ma rivendicare il nostro diritto ad affermare la dignità della donna, che non accettiamo di vedere svilita a puro oggetto sessuale nella sottocultura ormai purtroppo dominante in Italia”.
“Questa è una battaglia di civiltà e diritti – ha dichiarato De Zordo –: non ci si può fermare ai comportamenti ‘privati’ del premier, ma occorre allargare la battaglia a tutti i fenomeni di prostituzione minorile nel nostro paese”. “No a questo modello da imitare, della ragazza col borsello pieno di soldi in cambio di ‘favori’ al potente di turno – ha sottolineato Giocoli –: diciamo no come donne, come madri e come sorelle”. In foto, di Nove da Firenze, le partecipanti alla conferenza: Consigliere comunali: Susanna Agostini, Maria Federica Giuliani, Cecilia Pezza, Caterina Biti, Titta Meucci (PD), Ornella De Zordo (Puc), Bianca Maria Giocoli (FLI) Sen.
Vittoria Franco (PD) Assessori comunali: Rosa Maria Di Giorgi, Cristina Giachi (PD) Assessore provinciale: Carla Fracci Daniela Lastri (consigliera regionale PD) Consigliere provinciali: Loretta Lazzeri, Sara Biagiotti e Alessandra Fiorentini (PD) Consigliera al Q1 Ornella Grassi (segretaria sindacato attori CGIL) Anna Maria Romano (CGIL Toscana) Oriella Pieracci, donne artiste Sandra Lastrucci (presidente CIF) Silvia Ricchieri (COSPE) Caterina Carpinelli (Culte Cube) Marionne d’Amburgo (fondatrice compagnia teatrale “Magazzini Criminali”) Anna Scattigino (Associazione delle Storiche) Fiamma Negri (attrice) Hanno inviato messaggi di adesione all’iniziativa fiorentina la regista Francesca Comencini e le attrici Angela Finocchiaro e Daniela Morozzi Riflessioni sull’appello Una riflessione l’appello “Se non ora quando” la suscita, anche solo per amore della molteplicità delle idee, poiché non ci piace il pensiero unico, quello dove tutti si mettono a cantare la stessa canzone.
E’ importante partire dal presupposto che condividiamo le motivazioni dell’appello e con le firmatarie di questo. Crediamo nel valore che questa manifestazione possa essere un momento di sollecitazione sociale e di reazione alla mercificazione del corpo della donna. Ci auguriamo che il 13 febbraio a Firenze, come in tutta Italia, molte persone scenderanno in piazza, donne e uomini, trasversalmente a questioni di genere, di età, di provenienza sociale e culturale. Tuttavia i recenti avvenimenti di cronaca, relativi alle feste bunga bunga e alle papi girls, muovono riflessioni di natura più ampia poiché mettono in discussione i principi fondamentali di una società democratica, facendo riflettere primariamente sul senso della parola “democrazia”.
Chiunque eserciti un potere pubblico con finalità del tutto private commette un reato. Chiunque assegni cariche e impieghi pubblici, quindi gestisca la “res publica”, come questione esclusivamente privata, oltre a commettere una serie di reati, danneggia la società, il concetto di democrazia e uccide le aspettative dei giovani. Nessuno però si scandalizzi. Nessuno divida le donne tra sante e prostituite. La storia è la solita, gli amici degli amici e le amiche degli amici. Però questa volta l’immagine che ne emerge è ancora più di degrado sociale, di costumi oltre che economico.
A noi che scenderemo in piazza per qualsiasi manifestazione che parli di “bene pubblico” ci piacerebbe pensare che le generazioni a venire potranno vivere in una società fondata sulla Giustizia. Lucia Nappi