“Nuovo fuori, Mugello dentro”, recita il messaggio pubblicitario della Mukki. Che ha rinnovato le confezioni della selezione Mugello: adesso sono bianche ed eleganti, e contraddistinte da una grande “M” - blu per il latte intero, verde per il parzialmente scremato . Latte Mukki “nel segno del Mugello”: “Nel cuore dell’Appennino toscano c’è una terra dove l’aria è pulita, i pascoli verdi e le mucche libere. E’ il Mugello”. Così Mukki presenta il territorio mugellano nella pubblicità apparsa sui principali quotidiani e giornali dell’area fiorentina, dove campeggia la grande “M” insieme alla nuova confezione del latte fresco di alta qualità: “Mukki ha selezionato 27 tra i migliori allevamenti mugellani: ne raccoglie il latte ogni giorno, lo controlla, lo pastorizza e lo confeziona, proteggendone l’integrità e la freschezza.
Arriva così sulle nostre tavole un latte fresco dal gusto ricco e inconfondibile. Mukki Selezione Mugello: buono perché è del Mugello, eccellente perché è Mukki”. E per far gustare la “Selezione Mugello” stamani al Centro commerciale di Borgo San Lorenzo la Mukki ha allestito uno stand, dove erano presenti, tra gli altri, il presidente della Mukki Lorenzo Marchionni, l’assessore provinciale all’Agricoltura Pietro Roselli, il presidente della Comunità Montana Mugello Stefano Tagliaferri insieme agli assessori Andrea Casini e Mario Lastrucci, i sindaci di Borgo San Lorenzo e Scarperia, Giovanni Bettarini e Federico Ignesti.
“Questa è un’operazione che promuove certamente un prodotto, quello del latte, col rilancio del marchio Mugello che richiama qualità - sottolinea il presidente della Comunità Montana Mugello Stefano Tagliaferri - , ma anche un intero territorio, il nostro, che ha tra i suoi punti di forza la qualità del vivere e dell’ambiente. Un territorio che non solo produce ma può essere visitato e la campagna promozione della Mukki ci aiuta sicuramente anche nell’attività di valorizzazione e promozione turistica”.
Dello stesso parere il sindaco di Borgo Giovanni Bettarini: “Il rilancio di questa linea di latte che porta il marchio M come Mugello può far da traino a tutta la nostra zona, e ancora di più con l’allestimento della ‘Via del Latte’ che, attraversandola, rappresenterà un’ulteriore occasione per scoprirla”. La Mukki ha fatto le cose in grande, e nell’ambito della campagna promozionale ha lanciato un sito (dalla home page) - con sezioni su “prodotto”, “territorio”, le “stalle” (qui compare una cartina con segnalati tutti gli allevamenti) e poi due giochi - ed ha previsto un itinerario, “La Via del Latte”: “Lungo un suggestivo percorso che si snoda attraverso il Mugello, ciascuno dei 27 allevamenti selezionati da Mukki segnalerà la sua presenza con un’insegna.
Il marchio ‘M’ indica sia Mukki che il Mugello e sottolinea l’origine del latte, prodotto di eccellenza del territorio”. Nel 2010 hanno chiuso un centinaio allevamenti ovini. In forte diminuzione anche i capi. Coldiretti, CIA e Confagricoltura: “Primi segnali di tensione nella filiera: ora entri in gioco la Regione Toscana”. "Per il Pecorino toscano Dop prezzo equo e adeguato alla qualità del prodotto. E politiche di promozione per incentivare il mercato.
L’alternativa? La progressiva scomparsa degli allevamenti ovini in Toscana insieme a quella di un formaggio d’eccellenza, tra i più apprezzati dai consumatori italiani, che, per volume di produzione, si colloca al terzo posto, dopo il pecorino romano e il pecorino sardo. Qualità, prezzo e promozione sono i tre punti fermi da cui partire per riaprire il dialogo con i caseifici industriali, dopo la rottura, ai primi di Gennaio, del tavolo promosso dalla Regione Toscana tra tutti gli attori della filiera del formaggio.
Sullo sfondo, ad agitare i sonni degli allevatori, già martoriati da un mercato che batte la fiacca e dall’aumento dei costi di produzione, il tentativo da parte dei caseifici industriali di perseguire la strada del gioco al ribasso. Uno scenario che le Organizzazioni agricole regionali, insieme alle cooperative di trasformazione del latte ovino, vogliono tentare di scongiurare in Toscana; regione dove nel solo 2010 decine di allevamenti hanno chiuso i battenti. Le aziende ovicaprine, registrate presso le ASL toscane, oggi sono meno di 1.100, contro i 1.199 allevamenti censiti nella campagna 2008-2009.
Notevole anche la diminuzione dei capii; nel 2010 siamo scesi sotto la soglia dei 470.000 animali allevati. Erano 483 mila nel 2009, 500 mila nel 2008 e 510 nel 2007, a conferma di una lenta ed inesorabile erosione del patrimonio ovino". “E’ necessario un intervento straordinario e deciso da parte della Regione Toscana ed in particolare dell’Assessore all’Agricoltura, per difendere, valorizzare e garantire un futuro alla pastorizia nella nostra regione. E’ fondamentale ridare centralità all’allevamento ovino e alle imprese agricole che producono il vero pecorino Toscano Dop.
Ma per riuscirci – spiegano i rappresentanti degli allevatori, dopo il primo incontro con i rappresentanti delle cooperative per definire un fronte comune contro il tentativo di ribasso dei prezzi - serve uno sforzo da parte di tutti, anche della distribuzione organizzata, che deve garantire prezzi adeguati alla qualità dei prodotti”. In Toscana, come già successo in Sardegna ed in altre regioni italiane, si avvertono i primi sintomi di tensione tra gli attori di filiera: “C’è una forte preoccupazione – dichiarano le Organizzazioni agricole – sul futuro della pastorizia toscana e degli allevamenti che caratterizzano l’economia agricola e il nostro territorio.
Il mondo delle cooperative e quello dei produttori di latte sono perfettamente allineati nell’obiettivo di ridare centralità al vero pecorino toscano Dop. C’è sinergia e compattezza perché l’obiettivo è valorizzare, non penalizzare, un prodotto d’eccellenza. Ci auguriamo che anche la grande distribuzione dimostri sensibilità e giudizio”. Se da un lato c’è un’apertura al dialogo da parte degli allevatori e delle cooperative di trasformazione, dall’altro ci sono precise richieste per non arrivare ad una nuova rottura.
“In questi ultimi mesi le spese degli allevatori sono aumentate in modo consistente; in particolare l’aumento dei prezzi dei cereali ha fatto lievitare il costo dei mangimi. Il prezzo del latte pagato nel 2010 non copre più il costo di produzione”, denunciano gli allevatori e aggiungono: “bisogna inoltre garantire investimenti volti a valorizzare la qualità del prodotto Dop, e promozione per permettere ai caseifici di alleggerire le scorte di magazzino e resistere, in questo difficile 2011, alla fase di stanca del mercato.
Serve insomma uno sforzo comune – concludono i rappresentanti di Coldiretti, CIA e Confagricoltura – sforzo che vada in direzione della continuità di un percorso di qualità, eccellenza ed equità”.