Centinaia di pastori toscani si uniranno ai colleghi del resto della penisola per sostenere la piattaforma di proposte “salva allevamento ovino”. presentata da Coldiretti per sostenere il comparto, che rappresenta un patrimonio economico, sociale, ambientale e culturale unico del Made in Italy. Gli allevatori della regione partiranno di buon’ora lunedi per raggiungere Roma e ricongiungersi alle 10, con i rappresentanti di Sardegna, Sicilia e Lazio (le altre regioni leader nel settore), davanti al Ministero delle Politiche Agricole. In programma una manifestazione pacifica, colorata e gustosa, in cui saranno coinvolti direttamente i consumatori.
Centinaia di forme di pecorino toscano saranno affettate e offerte in assaggio nel corso dell’iniziativa, che punta a far conoscere a chi acquista il “valore” reale del prodotto-latte, che invece continua ad essere sottopagato dall’industria di trasformazione. “Il lavoro dei pastori – spiega Fausto Ligas, presidente di Coldiretti Siena e referente di settore per Coldiretti Toscana – è difficile e faticoso. Gli animali vanno munti due volte al giorno: da ogni pecora si ottiene circa un litro di latte al giorno, a cui viene riconosciuto un prezzo che non basta neppure a coprire i costi di produzione.
Questo ha prodotto una grave crisi che rischia di spazzare via capi e allevamenti e, di conseguenza, di modificare anche lo stesso paesaggio toscano”. Pochi numeri per capire l’emorragia che ha colpito il settore. Il numero dei capi ovini, negli ultimi dieci anni, è precipitato da oltre 600 mila a poco più di 400 mila. Drastica è stata anche la riduzione del numero delle aziende: nell’ultimo decennio, dalla mappa regionale un terzo degli allevamenti è sparito. Oggi le aziende specializzate nella produzione di latte sono circa 1.200, a queste si aggiungono gli allevamenti da carne e i micro allevamenti.
Le province più vocate alla pastorizia sono Grosseto, dove insiste la maggior parte delle aziende attive), Siena (dove si trovano le aziende di dimensioni superiori alla media regionale), Arezzo, Firenze e Pisa. Ogni anno nella regione vengono prodotti circa 600.000 quintali di latte lavorati in una quarantina di caseifici: di questo Un quarto del prodotto viene trasformato in pecorino Toscano Dop. Il resto serve per preparare pecorini di varie etichette e formaggi misti. “Evidente la necessità di trovare misure per fronteggiare la crisi – aggiunge ancora Ligas, annunciando le proposte di Coldiretti, che, lunedi, saranno presentate dal presidente nazionale Sergio Marini -.
Abbiamo bisogno di iniziative specifiche sia sul piano politico-istituzionale che su quello del mercato. Non possiamo più sopportare il peso dell’intera filiera. Le industrie sottopagano il nostro prodotto, ma senza alcun beneficio per il consumatore che paga sempre più caro e salato il formaggio”.