Appuntamento da non perdere di Ipertesti, il ciclo di appuntamenti culturali di Cooperativa Archeologia, Martedì 23 novembre alle 17.15 presso la sala conferenze al piano terra della Biblioteca delle Oblate (via dell’Oriuolo 26, Firenze): l’incontro con l’autore Paolo Rumiz, che presenta il suo ultimo libro La Cotogna di Istanbul (Feltrinelli 2010). Il grande scrittore scommette sulla forza delle grandi storie e si affida al ritmo del verso, della ballata. Ne esce un romanzo-canzone singolare, fascinoso, avvolgente come una storia narrata intorno al fuoco.
Alla presenza dell’autore e con Ayse Saracgil – Docente di Lingua e Letteratura Turca, ed Enrico Fink – musicista. Coordina l’incontro Riccardo Michelucci – giornalista. La Cotogna di Istanbul racconta di Max e Maša, e del loro amore. Maximilian von Altenberg, ingegnere austriaco, viene mandato a Sarajevo per un sopralluogo nell’inverno del ’97. Un amico gli presenta la misteriosa Maša Dizdarevic´, “occhio tartaro e femori lunghi”, austera e selvaggia, splendida e inaccessibile, vedova e divorziata, due figlie che vivono lontane da lei.
Scatta qualcosa. Un’attrazione potente che però non ha il tempo di concretizzarsi. Max torna in patria e, per quanto faccia, prima di ritrovarla passano tre anni. Sono i tre anni fatidici di cui parlava "La gialla cotogna di Istanbul", la canzone d’amore che Maša gli ha cantato. Maša ora è malata, ma l’amore finalmente si accende. Da lì in poi si leva un vento che muove le anime e i sensi, che strappa lacrime e sogni. Da lì in poi comincia un’avventura che porta Max nei luoghi magici di Maša, in un viaggio che è rito, scoperta e resurrezione.
"Ma voi che ne sapete dell'amore," diceva sospirando il nostro Max quando il discorso cadeva sul tema della passione che il mondo consuma: era quello il segnale che noi tutti aspettavamo per prendere coraggio e chiedergli di raccontare ancora della cotogna venuta da Istanbul, una gran storia d'amore e di morte che si giocò tra Vienna e Sarajevo quando ebbe fine al centro dei Balcani quella cosa che noi chiamammo guerra e invece fu un imbroglio sanguinoso. In collaborazione con Libreria Feltrinelli.
Ingresso libero. Ulteriori info. Sara Chiarello