“Lo scorso settembre abbiamo presentato in Giunta regionale un piano triennale di investimenti per permettere alla struttura di effettuare le attività di screening e prevenzione, a costi competitivi, sull’intero territorio regionale e non solo nell’area metropolitana fiorentina”. Lo ha dichiarato Enzo Zini, direttore sanitario dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica (Ispo), ascoltato oggi in commissione Sanità, presieduta da Marco Remaschi (Pd). L’audizione prevedeva la partecipazione del direttore generale Elena Lacquaniti, che però si è dimessa dall’incarico alcuni giorni fa. Il direttore sanitario ha sottolineato che le attività di prevenzione devono poter contare sulla copertura dei costi di impianto, in modo da realizzare poi risparmi sui costi marginali.
In questa prospettiva, l’allargamento delle attività all’intera regione dovrebbe garantire ricadute positive sui bilanci dell’istituto. Zini ha rilevato che restano ancora aperti i problemi legati alla nuova sede, ma soprattutto al mancato riconoscimento come ente di ricerca, che determina una forte penalizzazione sui bandi europei ed internazionali. “Non siamo nella situazione di tre anni fa – ha affermato –. Nel piano ci sono i presupposti per lo sviluppo”. E’ stata Maria Luisa Chincarini (Idv) a sollevare il problema del personale.
“Quaranta figure dirigenziali e trentaquattro amministrativi – ha osservato – fanno nascere qualche perplessità”. Zini ha fatto notare che occorre distinguere fra figure dirigenziali specifiche della professione sanitaria e dirigenza più propriamente aziendale. “Molti servizi amministrativi fanno capo all’azienda sanitaria – ha affermato – ma devono comunque essere coperti i servizi di front office e di call center nei vari presidi e le segreteria di supporto alle strutture di ricerca”. La discussione è proseguita con gli interventi di altri consiglieri. “L’assenza dei vertici aziendali e di rappresentanti della Giunta regionale crea molte difficoltà – ha osservato Marco Carraresi (Udc) –.
Ci sono interrogazioni cui non si danno risposte, preoccupate relazioni dei sindaci revisori che passano inosservate, bilanci approvati in forte ritardo. Siamo di fronte ad una situazione tra le più gravi e sottaciute della sanità toscana”. “E’ necessario sapere che cosa vuol fare la Giunta regionale – ha aggiunto Gian Luca Lazzeri (Lega Nord) –. L’Istituto non è decollato: pesa su di esso un passato non risolto”. “C’è uno scollamento preoccupante nei rapporti tra Giunta e Consiglio regionale – ha sottolineato Stefano Mugnai (PdL) –.
Il ruolo dell’assemblea toscana non può essere solo quello di approvare mozioni, che poi restano sulla carta”. Secondo Rosanna Pugnalini (Pd) una “struttura di eccellenza” della Toscana ha incontrato negli anni una serie di difficoltà. “Occorre verificare se ci sono le condizioni – ha detto – per un suo riconoscimento come ente di ricerca nazionale”. Sulla stessa lunghezza d’onda Lucia Matergi (Pd), secondo la quale “una struttura come questa non può essere sostenuta solo dai finanziamenti regionali”.
“Su tutte le problematiche emerse occorre verificare la volontà politica della Giunta – ha concluso il presidente Remaschi -. Questa audizione è solo il punto di partenza per avviare una riflessione da sviluppare con l’assessore, che ascolteremo in commissione insieme ai vertici aziendali”. (dp) La foto è tratta dall'album di Hector Milla su Flickr.