Criminalità organizzata e vittime di stragi sullo sfondo di un amore giovanile: questi gli elementi fondanti di “È già sera”, il romanzo-inchiesta del giornalista Gianni Somigli. Il volume, in uscita per Romano Editore, sarà presentato mercoledì 10 novembre ore 17 nel Salone dei Duecento in Palazzo Vecchio a Firenze. La mafia con i suoi lunghi tentacoli ha raggiunto anche la Toscana? È questa la domanda a cui il giornalista toscano prova a dare una risposta facendo parlare i protagonisti del suo romanzo.
Attraverso un’attenta raccolta di testimonianze ed interviste a magistrati come Piero Luigi Vigna, e soprattutto ai familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, l’autore dà voce ai veri protagonisti di un evento che rappresenta un vero e proprio buco nero della storia di Firenze e d’Italia. Tra le pagine del romanzo-inchiesta, Dario, giovane protagonista di una tormentata storia d’amore, affronta con passione tematiche sociali e politiche che lo porteranno in un viaggio che attraversa la storia più cruda degli anni ’90, fatta di silenzi, violenze, soprusi.
Fatta di mafia. “Il mio libro non scopre nulla di nuovo – spiega l’autore Gianni Somigli – ma vuol mettere un punto fermo. La mafia a Firenze e in Toscana non spara quasi mai, ma c’è. Così come la Camorra, la ‘ndrangheta, così come la mafia russa, cinese, nigeriana”. Per Gianni Somigli, raccontare questa storia ha un significato ulteriore e, in qualche modo, inedito: “Della strage di via dei Georgofili si parla troppo poco. Ma soprattutto, quando se ne parla, ho l’impressione che non si prenda in esame l’aspetto più importante: quello delle vittime.
Le vittime non sono numeri. Sono persone, sono vite, sono figli, madri, nonni, amici. Ho cercato di dar voce alle vittime, facendomi raccontare quello che hanno vissuto prima, dopo e durante quella notte di maggio del ’93, per capire io stesso e per raccontare agli altri il significato profondo di quella bomba”. Il libro propone inoltre un’appendice speciale: la raccolta delle testimonianze di fiorentini “illustri” sulla notte della strage. Politici di primissimo piano come Vannino Chiti e Giorgio Morales; intellettuali del calibro di Sandra Bonsanti e Margherita Hack; giornalisti come Mario Spezi, Oliviero Beha e Sandro Picchi; e poi scrittori, personaggi della cultura, dello spettacolo e dello sport.
Ognuno ha rivissuto, in una sorta di “istantanea della memoria”, quei terribili momenti.