Di sicuro, al momento, c’è solo quanto segue: 1) l’associazione dei consumatori Aduc insiste che quasi tutti gli impianti di Firenze sono irregolari e, coerentemente, suggerisce di aspettare a pagare 2) il presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, ieri contraddetto dal sindaco, insiste a sua volta nel contraddire il sindaco dando ragione ad Aduc 3) l’ex assessore al bilancio Tea Albini ripete che in giugno gli autovelox furono tarati al ribasso (da 70 a 50) kmh, in particolare quello di viale Etruria, trappola che ha ingoiato migliaia di ignari automobilisti 4) il sindaco nega tutto, ridimensiona a 28 mila le 44 mila multe, e con l’assessore invita gli automobilisti a far ricorso, se proprio pensano di aver ragione, cosa di cui lui dubita. Dunque il fronte è articolato, la foto di gruppo sfocatissima, i comandanti se la squagliano e la truppa degli utenti vaga allo sbando.
E’ un altro 8 settembre. Nessuno sa che fare e tutti, singolarmente, chiedono lumi a chicchessia in cerca di impossibili certezze. Ricorsi? Per Aduc è fin troppo facile citare al Comune la patente incongruenza: perché costringere migliaia di persone a un percorso incerto, comunque costoso e di rischi imprevedibili per lo stesso Palazzo Vecchio? Manca insomma solo la magistratura, che continuando così le cose prima o poi di sicuro interverrà, non fosse che per decidere il destino di quel malloppo da 5, 6 forse 10 milioni di euro, che costituisce il bilancio economico del multificio.
Quello politico è invece già scontato: la credibilità di Palazzo Vecchio ne esce sensibilmente scossa.