Era soltanto un’idea, ora ci sono i dati a confermarla. Tante sono le potenzialità dell’area industriale delle Pratella come centro di produzione di energia. Lo studio effettuato dell’Università di Firenze (Innovazione Industriale Tramite Trasferimento tecnologico) e coordinato dal professor Eriberto Melloni ha messo in luce che le potenzialità ci sono e sono anche molto concrete. Questa operazione nasce con tre obiettivi specifici:
- Aumentare l’efficienza energetica degli stabilimenti, della produzione e quindi garantire un risparmio alle aziende
- Tutelare l’ambiente
- Garantire il corretto assetto urbanistico ed evitare operazioni disomogenee
Le tecnologie ci sono, in questa fase manca piuttosto la disponibilità delle aziende. Permane una certa diffidenza verso le nuove tecnologie. La strategia più opportuna, dopo la conclusione dell’indagine preliminare, sembra essere quella di procedere per comparti che poi potranno essere integrati in futuro”, afferma Eribero Melloni. Il primo passo è stato quello di chiarire ogni dubbio su una delle tecnologie maggiormente interessanti ed appetibili: il fotovoltaico. Alcune multinazionali che ne hanno compreso il potenziale economico stanno contattando le aziende per prendere in affitto i tetti dei capannoni industriali al fine di installare i pannelli.
Oppure, alcuni tecnici fanno proposte direttamente alle singole aziende e questo penalizza il sistema sia da un punto di vista di produzione dell’energia, sia per quanto concerne la qualità dell’impianto. “Le energie alternative sono un settore economico in crescita e molti ne hanno compreso il potenziale. Il rischio per il territorio è tuttavia lo svilimento. La soluzione ottimale sarebbe la creazione di un consorzio che riunisca le aziende del comparto e che possa produrre livelli energetici tali da garantire l’autosufficienza.
Il consorzio potrebbe offrire garanzia qualitative anche nel processo di installazione degli impianti perché sono numerosi gli aspetti tecnici e giuridici da tenere presenti”, spiega l’architetto Riccardo Manetti, responsabile del Servizio Assetto del Territorio del comune di Montelupo. I rischi di un errato posizionamento degli impianti sono concreti ed hanno come conseguenza inefficienza energetica e potenziali danni strutturali. È fondamentale prima di tutto verificare che la struttura sia in grado di sopportare il peso dei pannelli, inoltre è opportuno pensare ad una coibentazone del tetto per evitare che gli ambienti sottostanti si surriscaldino eccessivamente ed è, infine, indispensabile conoscere la normativa sia nazionale che comunale.
Ci sono, infatti, alcuni comuni che non concedono permessi per l’istallazione degli impianti o che hanno norme restrittive. Il fotovoltaico in particolare, grazie ai finanziamenti statali, consente una conversione che praticamente non ha costi vivi per le aziende. L’investimento fatto viene ammortizzato grazie alla resa dell’impianto (non si paga l’energia e se viene prodotta in eccesso l’azienda può immetterla nel mercato) e al Conto Energia. Un decreto Ministeriale stabilisce che il gestore dei servizi elettrici eroga un incentivo in 20 anni in funzione alla potenza dell’impianto e al grado di integrazione che esso ha; in pratica l’incentivo è proporzionale alla produzione di energia elettrica. In sostanza la rata di un eventuale mutuo contratto per l’installazione dell’impianto potrà essere sostenuto con la rendita dell’impianto e già il primo anno l’azienda (tolte anche le spese di manutenzione e assicurazione) potrà beneficiare di un guadagno netto di 7.000 – 8.000 euro. A conclusione dell’incontro di presentazione sulle potenzialità dei pannelli fotovoltaici alcuni imprenditori hanno espresso la volontà di iniziare immediatamente con il progetto per non perdere le opportunità offerte dagli incentivi.
Già nell’ultima settimana di ottobre gli imprenditori interessati si incontreranno con il Comune e con l’Università di Firenze e con le associazioni di categoria per capire quali sono i prossimi passi da fare. “L’amministrazione comunale negli ultimi due anni è stata chiamata in causa a sostegno delle aziende attanagliate dalla crisi economica. Mi pare chiaro che è assurdo chiedere ad un comune, che già deve fronteggiare tagli e riduzioni di risorse, finanziamenti a pioggia. Per come la vedo io l’amministrazione deve agire offrendo alle aziende possibilità concrete di innovazione e opportunità per aumentare l’efficienza e quindi ridurre i costi.
Un percorso di questo tipo risponde a tali necessità e stupisce che ci siano così pochi imprenditori che hanno colto queste opportunità. In sostanza diciamo alla aziende: mettiamo a disposizione professionisti qualificati dell’Università di Firenze, l’amministrazione ha il ruolo di garante e vi assicuriamo che scegliendo fonti di energia rinnovabile non solo avrete un risparmio, ma anche possibili guadagni. Solo in pochi accettano questa sfida; mi auguro che siano esempi positivi in grado di trainare un settore.
Occorre anche che gli istituti bancari recepiscano l’opportunità di sopravvivenza e di sviluppo che potrebbe derivare dall’agevolare l’accesso al credito per le aziende al fine di realizzare questo tipo di impianti. È auspicabile che i finanziamenti concessi rimangano fuori dal castelletto degli affidamenti per non gravare ulteriormente l’ordinaria attività delle aziende. Ritengo pertanto che il prossimo passo utile possa essere quello di sondare l’effettiva disponibilità del mondo finanziario”, afferma il sindaco Rossana Mori.