In un quadro generale in cui il settore termale ha complessivamente tenuto nonostante la crisi economica, nel 2009 continua e si rafforza il trend opposto fra comparto termale e comparto del benessere termale: da alcuni anni infatti i valori positivi registrati nel comparto del benessere termale in generale compensano la perdita di pubblico del termalismo tradizionalmente inteso. Anche nel corso del 2009 le terme tradizionali hanno registrato una diminuzione di arrivi dello 0,9%, mentre il comparto del benessere termale, che comprende il settore termale tradizionale, ma anche le prestazioni benessere, di relax o solo climatiche, ha visto un aumento del 3,1%, con un incremento complessivo dello 0,5% degli arrivi negli stabilimenti termali. Questi i dati emersi durante il convegno “Toscana & Terme fra competitività e sostenibilità” in programma oggi a San Giuliano Terme (Pisa).
Le indicazioni contenute nell’annuale Rapporto SITET sulle terme in Toscana dipingono una regione, la Toscana, che si pone in linea con l’andamento delle principali regioni termali e che comprende da un lato località storiche di grande fama, ad esempio Chianciano Terme e Montecatini Terme, un po’ in difficoltà negli ultimi anni, dall’altro diverse località nuove o rinnovate che si stanno imponendo e guadagnano terreno anche grazie al loro orientamento al benessere con alcune esperienze innovative che rappresentano un modello di riferimento nazionale.
Complessivamente i Comuni classificati come termali, considerando la motivazione termale e le altre, in Toscana attivano un movimento turistico di rilievo, pari all’11,2% degli arrivi ed al 9,3% dei pernottamenti, rileva l’indagine. Secondo il Rapporto, le attività del benessere termale sono aumentate più di quanto tendenzialmente la crisi abbia ridotto i consumi, ma se si passa dagli arrivi alle prestazioni termali si rileva che la clientela ha fortemente ridotto le giornate di permanenza e, quindi, il numero delle cure effettuate.
La diminuzione delle prestazioni è stata notevole, pari al 3,9%, trascinata dall’andamento negativo del comparto del termale tradizionale (-4.4%) non compensato da quello positivo (+1,1%) del benessere. Questo anche perché se in passato i soggiorni termali si caratterizzavano per una lunga durata imposta dalle necessità di dovere fare cure di durata almeno bisettimanale, oggi la forte incidenza delle altre motivazioni ha ridotto la permanenza media a pochi giorni. In questo contesto il Rapporto 2010 presenta alcune indicazioni strategiche fondamentali per recuperare il tempo perduto e rileva, alla fine, che a fronte di questa complessa evoluzione è tempo davvero di fare sistema con la rete delle terme regionali ed europee, magari recuperando ad un ruolo più attivo il Consorzio Terme di Toscana.
Ugualmente utile, secondo i curatori dello studio, sarebbe promuovere una indagine motivazionale mirata sul termalismo ed il benessere della Toscana, su come vengono percepiti dal pubblico, sul rapporto di integrazione con gli altri turismi, sulle prospettive di sviluppo, sui frequentatori residenti, pendolari e turisti, sui giudizi che la clientela presente dà, sui punti di forza e di debolezza, sulle differenze fra percezioni e realtà, sul posizionamento che i tour operator e gli agenti di viaggio, out ed on line, attribuiscono al comparto.
In sintesi, suggerisce il Rapporto 2010, solo facendo rete il comparto del benessere termale potrà acquisire un ruolo maggiore che raggiunga anche l’ambito delle politiche dell’Unione Europea. Scaletti: "Per il termalismo serve un cambio di passo" "Nel 2009 il termalismo toscano ha sostanzialmente tenuto, nonostante la crisi. A fine 2010 ci attendiamo una sia pur lieve flessione e anche il 2011 sarà un anno difficile. Il settore rappresenta comunque una porzione importante del movimento turistico regionale e ritengo che le prospettive per una sua crescita esistano, a patto che riusciamo a fare sistema.
Certamente serve un deciso cambio di passo, soprattutto ai grandi stabilimenti termali pubblici, che devono adeguarsi al dinamismo mostrato da quelli privati". Sono questi la sintesi della situazione e l'invito che l'assessore regionale al turismo e alle terme, Cristina Scaletti, ha rivolto agli operatori del settore riuniti oggi ai Bagni di Pisa nel comune di San Giuliano Terme per il convegno dedicato a “Toscana & Terme: tra sostenibilità e competitività”. "Le località che possiedono questa vocazione – ha aggiunto l'assessore – puntino a recuperare la loro capacità di proporre trattamenti sanitari, mentre le altre devono rapidamente riconvertirsi al wellness, che rappresenta il modo per intercettare fasce di utenti più giovani.
A questo deve accompagnarsi la capacità di proporre offerte turistiche di qualità, rifiutando logiche di concorrenza al ribasso e sfruttando invece il valore aggiunto rappresentato dallo straordinario contesto culturale, paesaggistico e ambientale di cui la Toscana è portatrice". Negli anni passati il sistema toscano non ha saputo cogliere in pieno l'opportunità rappresentata dalla richiesta di prestazioni legate al benessere e alla cura del corpo piuttosto che alla salute e adesso sta correndo ai ripari, com'è testimoniato dalla proposta di terme sensoriali a Chianciano e dai lavori per la realizzazione della grande piscina termale alle Leopoldine di Montecatini. "Si tratta – ha precisato l'assessore Scaletti – di scelte giuste, ma non possiamo ritenere che da sole bastino a risolvere i problemi del termalismo.
Nel 2020 un cittadino su tre avrà più di 60 anni e l'aspettativa di vita è ormai sopra gli 80 anni. E' necessario quindi puntare sul wellness senza trascurare le capacità di cura del termalismo e continuare far leva anche su quelle. Fortunatamente la Toscana con i suoi numerosi stabilimenti, è in grado di offrire entrambe queste tipologie di prestazioni. Il nostro compito è di fare rete, favorire l'innovazione, gli investimenti e la costante ricerca di una qualità adeguata, in grado di caratterizzare fortemente l'offerta toscana".