Gli allevatori ovini toscani sono sull’orlo del baratro, stritolati da costi sempre più onerosi e da prezzi del latte in vertiginosa caduta libera. L’allarme arriva dalla Cia Toscana e dai pastori e allevatori di tutta la regione, in particolare dai territori più vocati alla pastorizia: Grosseto, Siena, Arezzo, Volterra e Mugello. "Anche per il settore ovicaprino il Governo non da risposte concrete capaci di affrontare la grave crisi che sta attraversando. L’esito della riunione che si è tenuta al Ministero – commenta Enrico Rabazzi, presidente della Cia di Grosseto e vicepresidente della Cia Toscana, a margine dell’incontro ministeriale - che doveva servire a prendere decisioni concrete, è stata molto deludente.
Gli allevatori toscani sono alla canna del gas - ormai sull’orlo del baratro, assillati da costi sempre più onerosi e da prezzi del latte in vertiginosa caduta libera, ha sottolineato Rabazzi, e la nostra Confederazione è mobilitata affinché si risolvano i gravissimi problemi che condizionano pesantemente il settore e propone azioni immediate e indispensabili come la dichiarazione dello stato di crisi, che diventa un passaggio obbligato per venire incontro alle esigenze di tantissimi produttori che non possono più andare avanti". La richiesta di crisi – sottolinea la Cia Toscana - deve essere subito rappresentata all’Unione Europea per averne in tempi rapidi l’approvazione, mentre si dovrebbe attivare subito il provvedimento di ritiro dal commercio di quantità consistenti di prodotto trasformato per sostenere il prezzo, contestualmente alla garanzia di trasferire ai produttori un prezzo del latte equo e garantito almeno per un periodo congruo. "E’ proprio su questa azione del ritiro del prodotto che si sono avuti i maggiori problemi - precisa Rabazzi -, è partito il rimpallo fra il Ministero e la Regione Sardegna sulle risorse da mettere per attivare l’intervento.
Il risultato è un nulla di fatto su tutto il fronte, la crisi resta, e non si fa niente. Mentre sull’articolo 68 della PAC – precisa ancora Rabazzi – il ministero a suo tempo ha sottratto agli allevatori ovini ben 50 milioni di euro per finanziare le assicurazioni agricole. Si è trattato di una vera e propria “distrazione di fondi” in quanto erano soldi dell’agricoltura che sono andati a finanziare un’azione che invece deve essere garantita dal sistema pubblico". Come allevatori toscani siamo molto preoccupati per i riflessi che possono esserci sul prezzo del latte in Toscana - afferma Massimiliano Ottaviani, coordinatore del Gie (gruppo d’interesse economico della Cia Toscana) -.
E’ importante che la Cia continui a sostenere la mobilitazione degli allevatori e insista con le proposte, come il rafforzamento della filiera toscana, la richiesta dello stato di crisi, maggiori risorse agli allevatori dall’articolo 68 della Pac, il ripristino delle agevolazioni fiscali per le aree svantaggiate". La Cia Toscana continuerà nelle prossime settimane la mobilitazione a sostegno delle rivendicazioni degli allevatori con tante iniziative: è in programma per il mese di novembre una manifestazione nazionale che si terrà in Sardegna mentre sono in corso assemblee di pastori in tutta la regione a sostegno delle proposte della Cia Toscana presentate al tavolo regionale costruito appositamente presso la Regione.
La foto è tratta dall'album di Lakewentworth su Flickr.