WWF: dune costiere e rotte migratorie da proteggere

Fino al 18 ottobre si può scegliere il miglior progetto per la conservazione della natura in Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 settembre 2010 14:40
WWF: dune costiere e rotte migratorie da proteggere

Da oggi prende il via sul sito del WWF la prima consultazione ’popolare’ via web sul tema della biodiversità: attraverso il sito dell’associazione sarà possibile scegliere il progetto che merita l’assegnazione del Panda d’Oro 2010, lo storico “Diploma per la Conservazione della Biodiversità” con cui il WWF premia ogni anno i migliori progetti per la tutela della natura in Italia. L’edizione speciale per l’Anno Internazionale della Biodiversità in questi giorni ha ricevuto un riconoscimento speciale del Presidente della Repubblica che ha voluto conferire al premio Panda d’Oro la propria Medaglia.

Il 29 ottobre, in concomitanza con la chiusura della Conferenza di Nagoya (la 10° Conferenza delle parti della Convenzione sulla Diversità Biologica – 18-29 ottobre in Giappone) avrà luogo la cerimonia ufficiale di premiazione presso la sede della rappresentanza in Italia della Commissione Europea, con la consegna dei Panda d’Oro per le categorie Specie e Habitat e del premio speciale “Custode della biodiversità”, riservato ad una persona che si è particolarmente distinta per un’azione concreta per la conservazione, gestione e valorizzazione della biodiversità.

Sono sette i progetti che hanno passato la prima selezione della commissione WWF come migliori “buone pratiche” per la conservazione della natura in Italia, e ora è il turno della valutazione popolare. Fino al 18 ottobre tutti gli italiani potranno conoscere e votare il loro progetto preferito, contribuendo a premiare gli Enti pubblici o i soggetti privati che stanno lavorando con successo per proteggere specie come il camoscio appenninico, gli olivi secolari pugliesi e l’ululone (rospetto giallo e nero dell’Appennino), creare “banche” della biodiversità in diverse regioni italiane o tutelare habitat preziosi come le zone umide pistoiesi, vere “oasi” per gli uccelli migratori, le dune costiere della Toscana settentrionale o le coste marchigiane, entrambe minacciate dall’attività umana e dal cemento. La Toscana è nella “finale” di questa edizione del Panda d’Oro con due progetti.

Con “SOS dune costiere” l’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli e i suoi 10 partner si sono impegnati per salvare le colline di sabbia del litorale minacciate dalla pressione dell’uomo e dalle specie aliene, e con interventi concreti come sentieri speciali per raggiungere il mare, fascinate per trattenere la sabbia, un sistema elettronico per contare i posti auto liberi e limitare il traffico, stanno garantendo una compatibilità tra la fruizione del litorale e la conservazione dei preziosi habitat presenti (vedi scheda in coda).

Ed è in finale anche la Provincia di Pistoia con il progetto “Lungo le rotte migratorie”, che attraverso 50 interventi realizzati nell’arco di dieci anni, ha ripristinato le zone umide del Padule di Fucecchio per trasformarle in una vera e propria oasi per numerose specie di uccelli. Un successo confermato, oltre che dal notevole incremento numerico delle presenze, anche da specie come l’airone rosso e l’oca selvatica, che oggi hanno nel Padule l’area esclusiva di nidificazione. Oltre all’adesione del Presidente della Repubblica, il diploma Panda d’Oro 2010 ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero delle Politiche agricole e forestali del Ministero dei Beni e Attività Culturali, della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome. Con l’attivazione delle votazioni per il Panda d’oro il WWF inaugura il MESE DELLA BIODIVERSITA’ che verrà scandito da un countdown verso il vertice di Nagoya e durante il quale sono previsti eventi e iniziative tutte dedicate alla diffusione di un unico messaggio: la biodiversità è alla base della nostra sopravvivenza e nessuna economia può non tenerne conto.

18-29 OTTOBRE: IL VERTICE DI NAGOYA Ci stiamo infatti avvicinando al 18 ottobre, data di inizio della decima Conferenza delle Parti sulla Diversità Biologica. “Questa conferenza rappresenta il momento clou dell’Anno internazionale che le Nazioni Unite hanno dedicato alla biodiversità. Nel 2002 i rappresentanti dei governi di tutto il mondo si erano impegnati a ottenere la significativa riduzione del tasso di perdita della biodiversità entro il 2010. Questo impegno è stato preso e ribadito in diverse sedi internazionali ufficiali ma non è stato raggiunto.

Per tutto il mese di ottobre il WWF, attraverso le sue iniziative al livello mondiale e nazionale, continuerà a fare pressione sui governi affinchè assicurino azioni concrete e risorse adeguate per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2020 – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia”. La biodiversità continua a registrare tassi significativi di declino e di estinzione di numerose specie, di pressioni insostenibili sugli ecosistemi terrestri e marini, di prelievi eccessivi di risorse, di trasformazioni profonde degli habitat planetari e di livelli elevati di inquinamento.

Esiste un legame straordinario tra lo stato di salute della biodiversità e quello delle società umane. Il futuro politico sociale ed economico dei nostri sistemi non può prescindere da questa base fondamentale per la nostra sopravvivenza. E’ importante che a Nagoya si delinei un piano strategico operativo che preveda entro il 2020 il blocco della perdita della biodiversità, nonché il restauro e l’utilizzo dei benefici della biodiversità e dei servizi degli ecosistemi pienamente integrati nelle politiche economiche.

Un ruolo fondamentale lo avrà il rapporto conclusivo che verrà reso noto a Nagoya, definito The economics of ecosistem and biodiversity, un lavoro coordinato dall’economista indiano Pavan Sukhdev e patrocinato dalle Nazioni Unite, che farà comprendere alla politica economica tradizionale l’impatto che produce sulla salute degli ecosistemi e della biodiversità, suggerendo i modi più avanzati di cui disponiamo per valutare i servizi offerti dagli ecosistemi al nostro benessere e alle nostre economie,integrandoli nelle politiche e nella pianificazione.

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