PRATO– Da domani l'immagine di Sakineh sarà in Provincia a ricordare l’impegno dell’ente in favore della libertà e contro la pena di morte e la barbarie della lapidazione. E sempre da domani (martedì 7 settembre) all'ingresso di palazzo Buonamici sarà posizionato un registro nel quale tutti i cittadini sono invitati a firmare per salvare la vita di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana di 43 anni rinchiusa dal 2006 nel carcere di Tabriz e condannata a morte per adulterio.
L'assessore alle politiche della Pace, Loredana Ferrara, che ha promosso l'iniziativa d'accordo con l'intera giunta invita “tutti i cittadini a sottoscrivere il proprio impegno contro l’esecuzione di Sakineh - che il regime iraniano vorrebbe vedere morta a colpi di pietre – e contro l'incivile pratica della lapidazione. Siamo contrari alla pena di morte, in qualunque modo venga praticata, ma la lapidazione è fra tutti il metodo più orribile. Anche per questo dobbiamo intervenire e far sentire la nostra solidarietà a Sakineh e a tutti coloro che si trovano nella sua stessa condizione.” Il registro con le firme raccolte sarà poi inviato al presidente iraniano, mentre sono in corso contatti con Amnesty International per far pervenire direttamente a Ahmadinejad un telegramma della Provincia con la richiesta della sospensione della pena e la liberazione di Sakineh La Lega Nord Toscana esprime la propria solidarietà al figlio di Sakineh Mohammadi Ashtiani e alla stessa donna preda del fondamentalismo islamico e si appella alla comunità musulmana italiana affinché prenda posizione in merito.
All'unisono il Carroccio chiede l'immediato intervento dell'Ucoii e dei cosiddetti musulmani moderati. "Ci auguriamo che non tardi ad arrivare la presa di posizione da parte dei cosiddetti musulmani moderati - asserisce il direttivo della Lega Nord Toscana -. È impensabile che persone che si dichiarano moderate non si attivino a salvare la sorte di questa donna. È necessario, quanto urgente, che i rappresentanti dell'Ucoii non si limitino a semplici dichiarazioni, ma inizino una raccolta di firme tra i propri fedeli da presentare alle Istituzioni di Teheran per salvare la sorte di questa donna che come unica colpa ha quella di essere nata in un Paese senza diritti per il mondo femminile".