"Difesa della Costituzione, ritorno all’impegno civico e a proposte di governo dei problemi reali, per costruire in tempi brevi un nuovo Ulivo che sia perno di un’alleanza democratica. Tenere insieme, questione democratica e emergenza sociale". Così i una nota Andrea Manciulli. "Il Partito democratico della Toscana si ritrova completamente nel progetto avanzato da Pierluigi Bersani, anche sulla base dell’esperienza politica e di governo della nostra regione. Siamo un grande partito chiamato a svolgere una funzione nazionale: per questo non dobbiamo guardarci l’ombelico o produrre l’ennesima discussione interna, ma parlare al Paese e farci carico della sua tenuta" aggiunge il segretario Pd. "Quando Bersani dice che è “giunto il momento di suonare le nostre campane”, offre al paese reale una prospettiva concreta e riformista di ritorno alla buona politica e al senso di responsabilità nazionale a fronte del fallimento politico e di governo del centrodestra.
Il risultato del vertice tra Pdl e Lega, dal quale sono uscite le “5 priorità” per l’Italia è sconcertante. Si vuole l’approvazione del “processo breve”, mentre non si fa alcun riferimento all’economia e all’occupazione. Niente di più distante dalle necessità dei cittadini, dei lavoratori, del mondo dell’impresa, di quella stragrande parte del Paese che annaspa ogni giorno di più nel tentativo di non affondare. Fra le tante cose apprezzabili dette da Bersani nella sua lettera, sono due i passaggi politici determinanti.
La consapevolezza della necessità di guidare, da protagonisti, tutte le variabili che accompagneranno o che saranno prodotte dall’agonia del governo Berlusconi. E la determinazione a costruire sin da subito le condizioni politiche e programmatiche per una legislatura costituente, alla quale siano chiamati a partecipare tutti quanti si riconoscono nei principi della nostra Carta costituzionale" si legge ancora nella nota diffusa nel pomeriggio. "Il Partito democratico della Toscana - termina Manciulli - farà la sua parte.
È infatti nei momenti più difficili che le grandi organizzazioni popolari devono saper lavorare per il bene comune".