Legambiente esprime plauso e soddisfazione per il risultato che costituisce un segnale in controtendenza rispetto alle recenti vicende del taglio dei fondi ai Parchi da parte del Governo. Lunigiana e Garfagnana ora possono vantare la scelta coraggiosa e lungimirante di aver 5 borghi dentro il confine del Parco, ma Legambiente incalza i sindaci dei Comuni toscani dell’area appenninica invitandoli ad estendere o entrare ex-novo nel Parco includendo nei confini tutti i borghi montani. L’Associazione disegna il futuro ‘Parco dei Borghi Vivi’: Apella a Licciana, Serravalle, Rocca Sigillina o Lusignana a Filattiera potrebbero chiedere di entrare nel Parco.
Alcuni comuni importanti inoltre non hanno mai aderito al Parco, come Pontremoli, Casola Lunigiana, Minucciano e Sillano lasciando dei vuoti poco comprensibili nei perimetri. Borghi come Regnano a Casola, Pracchiola e Gravagna a Pontremoli, Capanne, Dalli Sopra e Sotto a Sillano, Metra e Carpinelli a Minucciano avrebbero sicuri benefici ad essere inclusi nel Parco. La scommessa lanciata da Legambiente è far emergere da un probabile anonimato il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano facendolo diventare l’unico parco in Italia con decine di centri abitati al suo interno, puntando sul ruolo del Parco Nazionale per far tornare a vivere borghi oggi in grande difficoltà per l’abbandono delle attività rurali. L’esperienza ad esempio delle Cinque Terre sta lì a testimoniare che un Parco Nazionale – se ben gestito - può essere la molla per far tornare a vivere territori e borghi che oggi restano marginali rispetto ai luoghi dello sviluppo. “Dopo che Fivizzano con Sassalbo, Bagnone con Compione e Comano con Camporaghena e Torsana hanno dato l’esempio - spiega Matteo Tollini, Responsabile Parchi di Legambiente Toscana e membro del Consiglio Direttivo del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano – l’idea di un “Parco dei Borghi Vivi” è praticabile e vincente.
Per i borghi e le aree montane di Lunigiana e Garfagnana che stanno subendo l’abbandono, far parte di un Parco Nazionale ben gestito è probabilmente l’ultima scommessa di rivitalizzazione e sviluppo. Ora sta ai sindaci raccogliere coraggiosamente la sfida e lavorare per il futuro della montagna appenninica”. “Il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano - sostiene Antonio Nicoletti, Responsabile nazionale Aree protette e Territorio di Legambiente – deve subito adeguare la bozza di Piano Pluriennale Economico e sociale alla nuova realtà, cambiando le priorità ed il programma di investimenti, mettendo al primo posto la rivitalizzazione dei numerosi borghi all’interno del’Area protetta.
In questo senso lanciamo un appello al Presidente dell’Ente Parco, Fausto Giovanelli ed al Presidente della Comunità di Parco, Stefano Baccelli: priorità assoluta i borghi all’interno dei confini del Parco”. L’Ufficio Stampa 3298147086