Cambiava frequentemente medico di fiducia e si dichiarava affetta da gravi patologie per farsi prescrivere fiale di morfina. Sono stati gli investigatori del Commissariato Rifredi, diretti da Sandro Nencioni, a scoprirla, e a notificarle il 16 giugno scorso, a conclusione delle indagini, l’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari. La stima è di circa 1600 fiale di morfina che la donna sarebbe riuscita a farsi prescrivere dal 2007 al 2009. Secondo quanto ricostruito, la donna sfruttava i primi contatti con i medici per ottenere la sostanza stupefacente, poi anche destinandola a terzi.
In particolare, si dichiarava affetta da gravi patologie, documentate anche con esami clinici alterati. Tra le patologie “sfruttate” dalla quarantatreenne anche la endometriosi e, addirittura, un tumore alle ossa. Il primo sospetto è sorto ad uno dei medici, che, insospettito, ha approfondito le indagini sullo stato clinico della donna, scoprendo la realtà dei fatti. Nessuna patologia dunque. Per ottenere le prescrizioni avrebbe anche dichiarato ad uno dei medici che le fiale erano destinate al compagno, e che se non le avesse reperite avrebbe subito violenze fisiche dallo stesso.
La donna aveva messo appunto una tecnica ben precisa anche per il ritiro presso le farmacie delle fiale prescritte. Al fine di non destare sospetti, infatti, spesso si avvaleva di terze persone. Allo stesso scopo, in più circostanze la donna ha denunciato il furto o lo smarrimento della carta d’identità, per poi utilizzare lo stesso documento per il ritiro della morfina. Ma il suo modus operandi non si esauriva nelle tecniche descritte. Nell’ultimo periodo infatti la donna aveva “cambiato profilo”.
Munendosi di camici operatori abitualmente in uso agli anestesisti, come confermato dai risultati investigativi degli uomini del Commissariato, si è anche recata presso strutture ospedaliere spacciandosi per anestesista e farsi rilasciare fiale di morfina. La donna, poi, è stata trovata in possesso di ricettari medici che la stessa si procurava indebitamente, in ottica strumentale al reperimento delle fiale di morfina. Per lei l’accusa è di truffa ai danni del Sistema Sanitario Nazionale e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.